Bologna,Via Parigi: chiesa di San Colombano, facciata

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Bologna,Via Parigi: chiesa di San Colombano, facciata

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Inventario
BRI / FOT. 138
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Misure immagine (in cm; hxb)
6,7x10
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso, in alto a sinistra, si legge: "Oratorio di San Colombano"; al centro compare il n. 30.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Parigi: chiesa di San Colombano, facciata
Bibliografia
"San Colombano. Collezione Tagliavini. Guida breve", Bologna, Tip. San Vitale, 2012
Note
Il complesso di San Colombano, composto da chiesa, cappella, convento e oratorio, ha origini antichissime: una tradizione leggendaria sostiene addirittura che risalirebbe all'anno 616. In realtà, le prime notizie certe compaiono in un documento dell'XI secolo. All'inizio ospitò i monaci di San Gallo, poi i frati cluniacensi e fino al 1332 una comunità di suore benedettine. In anni successivi si alternarono poi diversi ordini religiosi fino alla soppressione, avvenuta nel 1798. Dopo tale data i destini della chiesa, della cappella e dell'oratorio si divisero. Delle antiche strutture trecentesche rimangono alcuni resti; la costruzione attuale, infatti, risale al Cinquecento e al Seicento, quando venne aggiunto il portico. Il convento era stato acquistato nel 1679 dalla Repubblica di Lucca, che vi aveva creato un collegio. In tale struttura, fino al 1788, furono ospitati i giovani lucchesi che venivano a studiare a Bologna. Dopo la Restaurazione, nel 1819, il Cardinale Oppizzoni concesse San Colombano alla congregazione della Beata Vergine della Mercede, che procedette ad un nuovo restauro dell'edificio. La chiesa rimase regolarmente officiata fino al 1959. Divenne poi sala teatrale della parrocchia dei Santi Gregorio e Siro ed infine studio di uno scultore. L'oratorio e la cappella, venduti a privati, dal 1927 al 2009 ospitarono l'Associazione Nazionale Mutilati di Guerra, che negli anni Trenta del Novecento ne curò un restyling affidato all'arch. Giuseppe Vaccaro. L'interno conserva bellissimi affreschi, tra i quali quelli raffiguranti "La passione di Cristo", opera dei discepoli dei Carracci. Tutto il complesso fu poi acquistato in anni recenti dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, che ne dispose un ulteriore e raffinato restauro. Ora San Colombano rientra nel percorso di Genus Bononiae Musei nella Città e conserva gli strumenti della Collezione di Luigi Ferdinando Tagliavini.