Bologna, Via Riva di Reno: Palazzo Scagliarini, già Gnudi

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Bologna, Via Riva di Reno: Palazzo Scagliarini, già Gnudi

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Inventario
BRI 02622
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
s.l.; prima metà sec. XX°
Data della ripresa
prima metà sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n viraggio seppia
Iscrizioni
Sul recto, in alto a destra: "RESIDENZA / ASSOCIAZIONE / FRA / MERIDIONALI / IN BOLOGNA / Via Riva Reno / N. 77 / Palazzo Scagliarini"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Riva di Reno: Palazzo Scagliarini, già Gnudi
Note
Lo splendido palazzo si trova in via Riva di Reno n. 77. Il primo nucleo dell'edificio risale alla prima metà del XVI secolo, quando i Malvasia acquistarono alcune case della zona, con lo scopo di farne un solo palazzo. Successivamente, la proprietà passò ai Fibbia e agli Zambeccari, fino a che -nel 1747- fu venduto a Raffaele Gnudi, uomo d'affari di modeste origini arricchitosi attraverso i suoi rapporti con la Camera Apostolica. Alla sua morte, i figli si divisero i beni e il palazzo, pur mantenendo a piano terra il banco di famiglia. Nel frattempo, Antonio, più portato dei fratelli per gli affari iniziò la sua scalata sociale e attraverso i matrimoni dei suoi figli si imparentò con le più nobili famiglie bolognesi. A quel punto, mise mano anche ad una modifica del palazzo e diede incarico all'architetto Francesco Tadolini di compiere diversi lavori. Morto lui, nel 1801 la fortuna della famiglia iniziò a declinare. Il palazzo, fortunatamente, fu risparmiato dalla rovina e pervenne in eredità agli Stagni. Anni dopo fu però venduto alla famiglia Scagliarini, che lo abitò fino al 1943, quando l'ultimo discendente lo lasciò al Regio Ricovero di Mendicità di Bologna, poi divenuto Istituto di Cura e Riposo "Giovanni XXIII". Nel 1944, durante un bombardamento, l'edificio venne gravemente danneggiato. Fortunatamente si salvò la Galleria degli Stucchi, vero capolavoro del palazzo. L'alto portale neoclassico è sormontato da un balcone e da una porta finestra, sulla sommità della quale si possono ammirare sculture raffiguranti le allegorie dell'Abbondanza e della Sapienza attribuite a Petronio Tadolini. Attualmente il palazzo viene usato per eventi di alto livello.