Bologna, Via Santo Stefano: Palazzo Bonora, mostra "Bologna che fu"

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Bologna, Via Santo Stefano: Palazzo Bonora, mostra "Bologna che fu"

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Inventario
A-ROM 273
Categoria:

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1916
Oggetto
Positivo
Materia e tecnica
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
lastra 13x18
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Santo Stefano: Palazzo Bonora, mostra "Bologna che fu"
Bibliografia
Le Collezioni d'Arte della Cassa di Risparmio in Bologna "Le fotografie. 2 Arnaldo Romagnoli Il volto di Bologna", a cura di Franco Cristofori e Giancarlo Roversi, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1982, rep. 273.
Note
La mostra "Bologna che fu" venne promossa dal Comitato per Bologna storica e artistica e rimase aperta nei mesi di giugno e luglio 1916 nella galleria al primo piano di Palazzo Bonora in via Santo Stefano n. 30. L'allestimento e il catalogo furono curati da Guido Zucchini e Oreste Trebbi. I documenti iconografici esposti erano stati prestati da numerosi privati (tra i quali l'autore di questa fotografia, Arnaldo Romagnoli) e dalla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. Il materiale era stato diviso in apposite categorie: centro città; suburbio; piazze e vie; porte e mura; piante e vedute; chiese; palazzi e case; feste e costumanze (cfr. i cartelli in alto). Il ricavato dell'esposizione fu destinato alla Croce Rossa Italiana. Al termine della mostra, tutto quanto era esposto avrebbe dovuto confluire in un "museo topoiconografico" da realizzarsi presso l'Archiginnasio, con aggiunta di altri "documenti figurati" di proprietà del Comune. Purtroppo, anche a causa dello stato di belligeranza dell'Italia, non se ne fece nulla. Ciò che era di proprietà comunale venne depositato presso il Museo Civico. Solo nel 1936 la maggioranza delle opere trovò sistemazione nelle sale XX e XXI delle Collezioni Comunali d'Arte. In seguito, durante la seconda guerra mondiale, ci fu una nuova dispersione. Una grande parte dei documenti e degli oggetti di proprietà di Arnaldo Romagnoli confluirono invece -alla sua morte- nelle Collezioni d'Arte della Cassa di Risparmio in Bologna, che li acquistò dagli eredi. In questa immagine viene documentata una parte dell'allestimento. Gli oggetti appesi alla chiave di volta della sala sono insegne di antichi negozi bolognesi.