Bologna, Via Zanardi: Villa Farinelli - Zuccherificio

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Bologna, Via Zanardi: Villa Farinelli - Zuccherificio

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Inventario
BRI 00824
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in basso a sinistra, si legge il nome dell'editore. Al centro è riportata la scritta: Bologna - Zuccherificio.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Zanardi: villa Farinelli - Zuccherificio
Bibliografia
Tiziano Costa, "Bologna ieri e oggi. Come è cambiata la città e la sua gente", Bologna, Costa Editore, 2003, pag. 89
Note
Il celeberrimo cantante Carlo Broschi, più conosciuto come Farinelli, morì a Bologna il 16 settembre 1782. Dopo aver raccolto i più grandi successi in tutto il mondo, egli scelse Bologna (dove peraltro si era esibito più volte nel corso della sua brillante carriera) come luogo dove trascorrere la vecchiaia una volta ritiratosi dalle scene. Nel novembre 1732, un mese dopo essere stato insignito della cittadinanza bolognese, comprò un podere fuori Porta Lame e vi fece edificare una villa.
Nel 1761, dopo aver vissuto a lungo in Spagna, decise che era giunto il momento di ritirarsi dalle scene e dunque -nell’agosto di quello stesso anno- si stabilì definitivamente nella nostra città. La magnifica villa in via Lame n. 228 (che oggi corrisponderebbe al civico 30) così come la sua casa di città, in via Santa Margherita, divennero il centro di una piccola corte di artisti, nella quale continuarono ad essere coltivati rapporti con le più influenti corti europee. In via Zanardi fu ospitato, tra gli altri, Wolfgang Amadeus Mozart, di passaggio a Bologna nel 1770, quando si diplomò all’Accademia Filarmonica.
Agli inizi del Novecento, la villa fu inglobata nell’area dello zuccherificio e divenne sede degli uffici direzionali. Il complesso industriale fu duramente colpito dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma la villa rimase fortunatamente “in piedi”, anche se assai danneggiata. Purtroppo, nel ricostruire lo stabilimento, venne deciso di demolire il prestigioso edificio, nonostante le autorità preposte fossero nettamente contrarie. La preziosa testimonianza della vita dell’artista a Bologna cessò di esistere nel 1949, quando fu –appunto- distrutta. Ora, solo alcune immagini rendono conto della sua esistenza. Al suo posto sorge l’Ufficio Centrale delle Poste.
Il Farinelli venne sepolto nella soppressa Chiesa di Santa Croce (sita dove attualmente sorge Villa Revedin); nel 1810 la salma venne traslata alla Certosa di Bologna. L’immenso carteggio del cantante è ora conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna e la Biblioteca Universitaria di Bologna; la sua preziosa collezione di strumenti fu invece, purtroppo, dispersa.