Bologna, Vicolo Ranocchi

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Bologna, Vicolo Ranocchi

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Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, 1900-1920
Serie
Album Ernesto Romagnoli
Oggetto
Positivo
Materia e tecnica
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
8,2x5,8
Indicazione di colore
b/n viraggio seppia
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Vicolo Ranocchi
Bibliografia
L'album cartonato contenente n. 61 immagini di formati diversi e contrassegnate dalla serie inventariale E-ROM è stato donato alla Fondazione Carisbo nel 1994 da Ernesto Romagnoli, figlio dell'autore delle fotografie, Arnaldo. Le immagini documentano le profonde e radicali trasformazioni subite dal centro cittadino di Bologna tra il 1900 e il 1920. Il contenuto documentario è davvero sorprendente -per non dire eccezionale- dal punto di vista della testimonianza storica.
Note
Vicolo Ranocchi è ancora oggi una delle strade più caratteristiche del cosiddetto "quadrilatero" del centro storico bolognese. Mette in comunicazione Via Pescherie Vecchie con Via degli Orefici. Scrittori bolognesi come Alidosi, Salaroli e Guidicini ci informano che lo stretto e corto vicolo ebbe, nei secoli, diverse denominazioni, ma l'origine più probabile di quella odierna è dovuta -appunto- alla vicinanza con le pescherie dell'omonima via e alla vendita delle rane e di pesci da macero, un tempo cibo per poveri. Spesso anche lo scomparso vicolo Stallatico del Sole (poi Tosapecore) veniva considerato come un suo prolungamento. Mario Fanti nel suo "Le vie di Bologna" ci informa che nel 1871 il Comune avrebbe voluto intitolarlo alla grecista Clotilde Tambroni, ma si ebbe il buon senso di respingere la proposta. In Vicolo Ranocchi si trova l'Osteria del Sole, molto probabilmente la più antica d'Italia, aperta fin dal 1465, come si legge in "Osterie e locande di Bologna" di Alessandro Molinari Pradelli. Anche Giuseppe Maria Mitelli la ricorda nel "Gioco nuovo di tutte le osterie" (1712) per le buone frittate. Nella fotografia che qui si pubblica, ben si coglie l'aspetto popolare della strada, frequentata da servette e garzoni. Lo scatto è stato eseguito da Via Pescherie Vecchie verso Vicolo Tosapecore . Nell'edificio in primo piano, a destra, si trovava la cappella di San Matteo Apostolo, santo patrono dell'Arte dei Salaroli. Nel Settecento, soppressa la Compagnia, tale cappella venne sconsacrata e destinata ad usi di commercio. La datazione dell'immagine si può attestare a prima del 1914, anno in cui iniziarono le demolizioni del secondo lotto del lato meridionale di via Rizzoli.