Bologna - Weber - Banco da lavoro

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Bologna - Weber - Banco da lavoro

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Inventario
FF 3382-018

Notizie storico artistiche

Data della ripresa
1962 post
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
gelatina bromuro d'argento/ vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Indicazione di colore
B/N
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Industria meccanica - Fabbriche - Officine meccaniche - Macchine - Attrezzature meccaniche - Carburatori - Bologna - Weber
Bibliografia
Pezzella Letizia, Fototecnica Artigiana e Fototecnica Bolognese. Industria, artigianato e commercio nel fondo fotografico del Museo del Patrimonio industriale, in "Scuola officina", n. 2, luglio-dicembre 2007, pp. 4-7; Weber, un’azienda fatta di persone, s.l. 2006; Weber 90:ninetieth anniversary. Da via del Timavo al mondo, Bologna 2013; Pedrocco Giorgio, Bologna industriale, in Storia di Bologna - Bologna in età contemporanea 1915-2000, v. 4**, Bologna 2013; Campigotto Antonio - Martorelli Roberto, La ruota e l’incudine, Bologna 2016, pp. 204-207; su Edoardo Weber si veda la pagina https://www.storiaememoriadibologna.it/weber-edoardo-484061-persona

Note
Edoardo Weber nasce a Torino il 29 novembre 1889, dopo avere acquisito la licenza all'Istituto professionale entra in officina prima come operaio poi come disegnatore tecnico, nel 1913 è collaudatore e capo officina della filiale Fiat a Bologna. Nel 1923 apre in via Cairoli la Fabbrica Italiana Carburatori Weber. Tra 1936 e 1937 la Fiat entra in società e si avvia la costruzione del vasto stabilimento di Via del Timavo inaugurato nell'aprile 1940. L'azienda era strutturata in 32 reparti con servizi sussidiari all'avanguardia: spogliatoi, infermeria, refettori, cucina e mensa. Il difficile periodo della guerra in cui lo stabilimento venne requisito e utilizzato dall'esercito di occupazione e la scomparsa di Edoardo Weber alla fine del conflitto caratterizzarono un periodo di gravi difficoltà gestionali che portarono la Fiat a divenire socio di maggioranza. A partire dal 1952 l'azienda riprende quota passando da una fase artigianale a quella industriale, confluendo poi nel 1987, in un’altra azienda controllata, la Magneti Marelli. Il fondo Fototecnica conserva 5 scatole di lastre negative relative all'azienda; il servizio in esame documenta l'interno dei reparti e alcuni macchinari.