Borgo Capanne (BO), chiesa parrocchiale

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Borgo Capanne (BO), chiesa parrocchiale

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 960
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Borgo Capanne (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Settanta sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Borgo Capanne (BO), agosto 1971
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
colore
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata da Borgo Capanne a Bologna. Il timbro di spedizione è parzialmente abraso, ma la data di compilazione risale all'8.8.1971. Sul verso vi sono due scritte: in alto a sinistra "Granaglione"; in basso a sinistra "Castel di Casio?".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Borgo Capanne (BO), chiesa parrocchiale
Bibliografia
http://www.appenninobolognese.net
Note
La storia di questo borgo ha origini antichissime come del resto anche il nome che porta. Le ipotesi sull'origine sono due. La prima narra che in tempi remoti le Capanne si chiamavano Succida, un termine che deriva dal latino “succidere” che significa tagliare. Dal momento che questa zona era ricoperta da una folta boscaglia, gli alberi furono tagliati per ricavare pascoli per il bestiame. La seconda ci informa invece che gli abitanti del luogo costruirono tettoie o case basse coperte di giunchi e di paglia per il ricovero degli animali. Queste tettoie furono chiamate capanne o cavanne, vocabolo che ancora oggi nel dialetto locale, significa fienile. Proprio prendendo spunto dalle caratteristiche costruzioni, il nome antico Succida nel tempo si trasformo’ cosi’ in Capanne. Il territorio delle Capanne, vista la sua posizione geografica, fu da sempre conteso tra Bolognesi e Pistoiesi che si contrapposero per questioni di confine. I Capannesi scelsero però il dominio bolognese. A valle del borgo sorge l'antica Pieve dedicata ai Santi Pietro, Procolo e Giovanni Battista. Questa Pieve rappresentò sempre un importante centro civile ed ecclesiastico dal quale dipendevano numerose chiese distribuite fra le valli delle Limentre, Reno, Rio Maggiore, e Silla, alcune delle quali nel 1784 passarono alla vicina diocesi di Pistoia.
L'attuale edificio, frutto del rifacimento eseguito nel corso del XIX° secolo, conserva all'interno una tela del XVI° raffigurante i Santi Patroni del XVII secolo ed una graziosa Via Crucis dei Settecento. La chiesa è a tre navate sorrette da archi con copertura a botte. Da segnalare la presenza dell'urna con le ossa di San Felice martire, ritrovate nel Settecento nelle catacombe romane e donate in quel periodo alla chiesa. Attualmente il piccolo borgo è frequentato come meta di turismo estivo.