Budrio (BO), convento dei Servi di Maria: chiostro

60f6db2a3c12a10007f161c2

Budrio (BO), convento dei Servi di Maria: chiostro

 Genera il pdf
Inventario
BRI / BO PROVINCIA 152
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Budrio (BO)
Luogo e anno di edizione
Milano, Budrio, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Budrio (BO), convento dei Servi di Maria: chiostro
Note
Le origini di Budrio sono antiche. Molto probabilmente fondata dagli Umbri, fu abitata dai Romani, come dimostra il territorio comunale oggetto della cosiddetta "centuriazione", la cui struttura regolare, a linee rette e perpendicolari è ancora ben visibile. La Budrio moderna risale molto probabilmente al X-XI secolo. Nel secolo XIV il cardinale Egidio Albornoz volle poi erigere un castello e imponenti mura: di questi rimangono due torrioni e un tratto nelle vicinanze di Piazza Matteotti. Ovviamente legato alle vicende storiche della vicina Bologna, il paese fece parte dello Stato Pontificio fino alla costituzione in municipio del Regno d'Italia. Budrio è ancora oggi un paese che cura e mantiene vivo un rapporto intenso con le proprie tradizioni, pur essendo caratterizzato anche da un notevole dinamismo economico e sociale.
La località è conosciuta in tutto il mondo per la sua "ocarina", strumento musicale creato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853. La cartolina riproduce la parte conventuale della chiesa di San Lorenzo. Già nominata in documenti del XII° secolo, nel 1406 venne affidata ai Servi di Maria, che ottennero l’approvazione dell’arciprete e dei canonici della Pieve. Appena insediatisi, i frati diedero il via ai lavori per la costruzione del loro convento, che fu terminato con l'aggiunta del chiostro a doppio colonnato nella seconda metà del XV° secolo. All’inizio del Seicento la Comunità budriese assunse l'onere delle spese per il completamento della cupola della cappella maggiore. Un secolo dopo Alfonso Torreggiani trasformò l’interno della chiesa secondo lo stile barocco che ancora oggi possiamo vedere e realizzò l'antistante portico. Alla fine del Settecento fu la volta di Giuseppe Tubertini, che portò a termine la propria opera grazie alla provvidenziale ed inconsueta vincita al lotto ottenuta con l'apporto di alcune decine di cittadini.