Budrio (BO), Pinacoteca

60f6db2a3c12a10007f161ca

Budrio (BO), Pinacoteca

 Genera il pdf
Inventario
BRI / BO PROVINCIA 163
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Milano, Budrio, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
colore
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Budrio (BO), Pinacoteca
Note
Le origini di Budrio sono antiche. Molto probabilmente fondata dagli Umbri, fu abitata dai Romani, come dimostra il territorio comunale oggetto della cosiddetta "centuriazione", la cui struttura regolare, a linee rette e perpendicolari è ancora ben visibile. La Budrio moderna risale molto probabilmente al X-XI secolo. Nel secolo XIV il cardinale Egidio Albornoz volle poi erigere un castello e imponenti mura: di questi rimangono due torrioni e un tratto nelle vicinanze di Piazza Matteotti. Ovviamente legato alle vicende storiche della vicina Bologna, il paese fece parte dello Stato Pontificio fino alla costituzione in municipio del Regno d'Italia. Budrio è ancora oggi un paese che cura e mantiene vivo un rapporto intenso con le proprie tradizioni, pur essendo caratterizzato anche da un notevole dinamismo economico e sociale.
La località è conosciuta in tutto il mondo per la sua "ocarina", strumento musicale creato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853. La cartolina non riproduce un'immagine fotografica, ma la ricostruzione disegnata di una sala della Pinacoteca. La Pinacoteca civica "Domenico Inzaghi" di Budrio è situata nel Palazzo della Partecipanza. La maggior parte del suo patrimonio è dovuta alla donazione alla Comunità budriese del capitano Domenico Inzaghi, che nel 1821 legò espressamente la sua ricca raccolta di dipinti e incisioni alla Partecipanza agraria e alla sua nuova sede annessa al Teatro Consorziale.
I dipinti esposti sono rappresentativi della pittura bolognese-emiliana dal XIV al XVIII secolo, con importanti artisti come Vitale da Bologna, Dosso Dossi, Prospero e Lavinia Fontana, ma anche di pittori meno noti, attivi in aree periferiche o nell’ambito di celebri capiscuola - come Cima da Conegliano, Francesco Francia, Dosso Dossi, Ludovico Carracci, il Guercino, Guido Reni – di cui richiamano lo stile.
Il museo conserva anche un cospicuo fondo di stampe (incisioni di Dürer e dei Carracci) e di disegni.