Budrio (BO), vedute con ocarina
Budrio (BO), vedute con ocarina
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Budrio (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Stampatore
Data della ripresa
Anni Settanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
colore
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Budrio (BO), vedute con ocarina
Note
Le origini di Budrio sono antiche. Molto probabilmente fondata dagli Umbri, fu abitata dai Romani, come dimostra il territorio comunale oggetto della cosiddetta "centuriazione", la cui struttura regolare, a linee rette e perpendicolari è ancora ben visibile. La Budrio moderna risale molto probabilmente al X-XI secolo. Nel secolo XIV il cardinale Egidio Albornoz volle poi erigere un castello e imponenti mura: di questi rimangono due torrioni e un tratto nelle vicinanze di Piazza Matteotti. Ovviamente legato alle vicende storiche della vicina Bologna, il paese fece parte dello Stato Pontificio fino alla costituzione in municipio del Regno d'Italia. Budrio è ancora oggi un paese che cura e mantiene vivo un rapporto intenso con le proprie tradizioni, pur essendo caratterizzato anche da un notevole dinamismo economico e sociale.
La località è conosciuta in tutto il mondo per la sua "ocarina", strumento musicale creato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853. Il popolare strumento, che nella cartolina è posto al centro, fa parte della famiglia dei flauti, è realizzato in terracotta e ha una forma ovoidale allungata, proprio come se fosse una piccola oca senza testa. Prevede un'imboccatura a lato, e nel corpo vi sono vari fori che, scoperti gradualmente mentre contemporaneamente si soffia nell'imboccatura, provocano una larga estensione. Il timbro varia con la dimensione, da molto squillante e penetrante nella più piccola, a più scuro e rotondo nella più grande.
La località è conosciuta in tutto il mondo per la sua "ocarina", strumento musicale creato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853. Il popolare strumento, che nella cartolina è posto al centro, fa parte della famiglia dei flauti, è realizzato in terracotta e ha una forma ovoidale allungata, proprio come se fosse una piccola oca senza testa. Prevede un'imboccatura a lato, e nel corpo vi sono vari fori che, scoperti gradualmente mentre contemporaneamente si soffia nell'imboccatura, provocano una larga estensione. Il timbro varia con la dimensione, da molto squillante e penetrante nella più piccola, a più scuro e rotondo nella più grande.