Cartolina Ricordo del Circuito di Bologna 1908 offerta da "Il Resto del Carlino"
Cartolina Ricordo del Circuito di Bologna 1908 offerta da "Il Resto del Carlino"
Genera il pdfInventario
BRI 03168
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
policromia
Iscrizioni
Sul verso è riprodotta la pianta del Circuito. Il prof. Brighetti ha scritto a matita "7.9.08 / Annullo speciale". La cartolina è infatti affrancata, ma non viaggiata.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Circuito di Bologna, 1908
Bibliografia
articolo di Daniela Schiavina sul Blog del sito www.genusbononiae.it (cfr. https://genusbononiaeblog.it/settembre-1908-grand-prix-bolognese/). La cartolina è pubblicata in: 1) Antonio Brighetti - Franco Monteverde, "Bologna nelle sue cartoline", Cuneo, L'Arciere, 1986, vol. 1°, pag. 52; 2) "Augusto Majani Nasìca 1867-1959. Pittore, illustratore e uomo di spirito", a cura di Alessandro Molinari Pradelli, Giancarlo Roversi, Antonio Storelli, Modena, Franco Cosimo Panini, 2002, p. 114
Note
Nel 1908 si era tenuta la corsa New York-Parigi.
A Bologna, il “giovane” Automobil Club petroniano pensò di organizzare un’edizione della mitica Coppa Florio e la Targa Bologna. In tempi in cui le automobili erano pochissime e dominavano ancora le carrozze, si può ben capire quale fermento corresse in città.
Le indimenticabili giornate che videro le manifestazioni furono il 6 e 7 settembre. Il percorso prescelto, dopo molte riflessioni, fu tracciato sulle strade più agibili tra Bologna e Castelfranco Emilia. Più precisamente, il circuito prevedeva le seguenti tappe: Borgo Panigale – Castelfranco – Nonantola – San Giovanni in Persiceto – Borgo Panigale.
Lunghezza complessiva del percorso: km. 52,822. I giri previsti erano dieci, pertanto, i chilometri che dovevano essere fatti ammontavano a 528.
Nei giorni precedenti giunsero da ogni parte appassionati e sportivi, ovviamente appartenenti alla nobiltà e all’alta borghesia: chi per gareggiare e chi semplicemente per assistere alla manifestazione. Le tribune “ufficiali” furono allestite lungo la Persicetana e addobbate con svolazzanti bandiere. Le diciassette automobili partirono rombando; ne arrivarono solo sei. Quelle che non riuscirono a guadagnare il traguardo restarono in panne; fortunatamente, vi fu un solo incidente, ma senza vittime: l’”Itala” di Fournier e la “Bayard-Clément” di Hautwast si rovesciarono in un fosso vicino a Borgo Panigale.
Vinse il già titolatissimo pilota Felice Nazzaro su “Fiat” in 4 h, 25’ e 21’’ marciando ad una media oraria di Km. 132,07.
La Targa Bologna prevedeva lo stesso percorso, ma con soli otto giri ed era riservata alla categoria “gentlemen”, ovvero i dilettanti. Vinse Porporato su “Berliet”.
I maggiori quotidiani e periodici del tempo riconobbero all’unanimità che l’organizzazione delle due competizioni era stata perfetta, il cronista de “Il Resto del Carlino” scrisse addirittura che poteva essere considerata superiore a quella dell’ormai famosissimo “Grand Prix de France”!
In realtà, sempre di più, anche grazie a gare di resistenza cui veniva sottoposta, l’automobile stava trasformandosi da veicolo per competizioni a vettura da utilizzare per il turismo e per gli scopi pratici della vita.
A Bologna, il “giovane” Automobil Club petroniano pensò di organizzare un’edizione della mitica Coppa Florio e la Targa Bologna. In tempi in cui le automobili erano pochissime e dominavano ancora le carrozze, si può ben capire quale fermento corresse in città.
Le indimenticabili giornate che videro le manifestazioni furono il 6 e 7 settembre. Il percorso prescelto, dopo molte riflessioni, fu tracciato sulle strade più agibili tra Bologna e Castelfranco Emilia. Più precisamente, il circuito prevedeva le seguenti tappe: Borgo Panigale – Castelfranco – Nonantola – San Giovanni in Persiceto – Borgo Panigale.
Lunghezza complessiva del percorso: km. 52,822. I giri previsti erano dieci, pertanto, i chilometri che dovevano essere fatti ammontavano a 528.
Nei giorni precedenti giunsero da ogni parte appassionati e sportivi, ovviamente appartenenti alla nobiltà e all’alta borghesia: chi per gareggiare e chi semplicemente per assistere alla manifestazione. Le tribune “ufficiali” furono allestite lungo la Persicetana e addobbate con svolazzanti bandiere. Le diciassette automobili partirono rombando; ne arrivarono solo sei. Quelle che non riuscirono a guadagnare il traguardo restarono in panne; fortunatamente, vi fu un solo incidente, ma senza vittime: l’”Itala” di Fournier e la “Bayard-Clément” di Hautwast si rovesciarono in un fosso vicino a Borgo Panigale.
Vinse il già titolatissimo pilota Felice Nazzaro su “Fiat” in 4 h, 25’ e 21’’ marciando ad una media oraria di Km. 132,07.
La Targa Bologna prevedeva lo stesso percorso, ma con soli otto giri ed era riservata alla categoria “gentlemen”, ovvero i dilettanti. Vinse Porporato su “Berliet”.
I maggiori quotidiani e periodici del tempo riconobbero all’unanimità che l’organizzazione delle due competizioni era stata perfetta, il cronista de “Il Resto del Carlino” scrisse addirittura che poteva essere considerata superiore a quella dell’ormai famosissimo “Grand Prix de France”!
In realtà, sempre di più, anche grazie a gare di resistenza cui veniva sottoposta, l’automobile stava trasformandosi da veicolo per competizioni a vettura da utilizzare per il turismo e per gli scopi pratici della vita.