Casalecchio di Reno (BO), la pensilina del capolinea del tram

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Casalecchio di Reno (BO), la pensilina del capolinea del tram

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 313

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Casalecchio di Reno (BO)
Data della ripresa
1939
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
riproduzione da positivo antico
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,5x15
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Nell'angolo superiore destro del verso compare il timbro del laboratorio fotografico. In basso a sinistra si legge: "20/9/1939 - Casalecchio Reno" ed è stato riportato il numero d'archivio del negativo 1274/31
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Casalecchio di Reno (BO), la pensilina del capolinea del tram
Bibliografia
(1) "Casalecchio di Reno. Il profumo del tempo. Trentadue immagini tra Otto e Novecento", Cassa di Risparmio di Imola, 1991; (2) Vincenzo Paioli, "Saluti da Casalecchio di Reno. Fatti luoghi e personaggi del suo passato". Bologna, Ponte Nuovo Editrice, 1996, p. 194
Note
Casalecchio di Reno, nelle immediate vicinanze di Bologna è nota soprattutto per l'imponente Chiusa del canale di Reno. Per secoli la località fu strettamente legata alle vicende storiche bolognesi, divenendo spesso campo di battaglia e quindi di razzia dei vari eserciti. Dalla seconda metà del Cinquecento, in seguito ad una ripresa produttiva, nacquero ville, oratori, chiese e si intensificarono le coltivazioni dei poderi. Casalecchio divenne uno dei territori più ricercati e ammirati del contado, proprio grazie alle ville circondate da suggestivi parchi e ricchi giardini. Verso la fine del XIX secolo, la rivoluzione industriale determinò la trasformazione e l'incremento di fabbriche, opifici, vie di comunicazione e mezzi di trasporto. Non ultimo, Casalecchio divenne meta di turismo estivo. Molti e variegati erano dunque i luoghi d'incontro: locande, osterie, caffè, trattorie e perfino tre eleganti alberghi. Professionisti, industriali e commercianti bolognesi vi mandavano le loro famiglie, che potevano facilmente raggiungere la sera, senza dover abbandonare la loro attività in città. La seconda guerra mondiale portò a una quasi totale distruzione del paese: Casalecchio fu infatti una delle città emiliane più toccate dai bombardamenti: ne subì oltre quaranta. Il periodo della ricostruzione fu intenso e richiese il coinvolgimento di tutti i settori dell'economia, in particolare il settore dell'edilizia per la riedificazione di case e fabbriche, aspetto che si rivelò il vero traino della ripresa economica. La nuova vita di Casalecchio fece registrare un notevole tasso di incremento di popolazione, tanto da superare quello di Bologna. La cartolina documenta le carrozze della ferrovia Bologna- Vignola, che aveva costituito la prima linea extraurbana bolognese: da piazza Malpighi a Bologna conduceva appunto fino a Vignola (Mo) passando da Casalecchio di Reno. Finanziata dalla "Compagnie generale des chemins de fer secondaires" di Bruxelles e dalla Banca Generale, la Società Rotondi-Almagià aveva ottenuto nel 1882 di utilizzare, come sede dei binari, le strade provinciali Porrettana e Bazzanese e le vie urbane da Piazza Malpighi a Porta Saragozza. I primi lavori di ammodernamento si vedranno nel 1931, quando fu realizzata la ferrovia con treni elettrici. Il progetto venne completato nel 1938, al fine di sostituire la tramvia a vapore divenuta ormai obsoleta. Dopo i danni dovuti ai bombardamenti di cui sopra, la linea fu riattivata completamente solo nel 1955. Nel 1967 fu chiusa al traffico passeggeri, restando in attività per il trasporto merci; nel 1980 anche quest'ultimo fu eliminato. In seguito, subì diverse traversie ma in anni recenti il servizio sulla tratta è ripreso con moderni elettrotreni.