Casalecchio di Reno (BO), monumento ai Caduti

60f6db2a3c12a10007f1620d

Casalecchio di Reno (BO), monumento ai Caduti

 Genera il pdf
Inventario
BRI / BO PROVINCIA 234
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Casalecchio di Reno (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Venti sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 20.5.1925
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
14,5x9,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Viaggiata da Bologna a Chiadino in Monte (Trieste); spedita il 20 maggio 1925
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Casalecchio di Reno (BO), monumento ai Caduti
Bibliografia
Vincenzo Paioli, "Saluti da Casalecchio di Reno. Fatti luoghi e personaggi del suo passato", Bologna, Ponte Nuovo Editrice, 1996, p. 260.
Note
Casalecchio di Reno, nelle immediate vicinanze di Bologna è nota soprattutto per l'imponente Chiusa del canale di Reno. Per secoli la località fu strettamente legata alle vicende storiche bolognesi, divenendo spesso campo di battaglia e quindi di razzia dei vari eserciti. Dalla seconda metà del Cinquecento, in seguito ad una ripresa produttiva, nacquero ville, oratori, chiese e si intensificarono le coltivazioni dei poderi. Casalecchio divenne uno dei territori più ricercati e ammirati del contado, proprio grazie alle ville circondate da suggestivi parchi e ricchi giardini. Verso la fine del XIX secolo, la rivoluzione industriale determinò la trasformazione e l'incremento di fabbriche, opifici, vie di comunicazione e mezzi di trasporto. Non ultimo, Casalecchio divenne meta di turismo estivo. Molti e variegati erano dunque i luoghi d'incontro: locande, osterie, caffè, trattorie e perfino tre eleganti alberghi. Professionisti, industriali e commercianti bolognesi vi mandavano le loro famiglie, che potevano facilmente raggiungere la sera, senza dover abbandonare la loro attività in città. La seconda guerra mondiale portò a una quasi totale distruzione del paese: Casalecchio fu infatti una delle città emiliane più toccate dai bombardamenti: ne subì oltre quaranta. Il periodo della ricostruzione fu intenso e richiese il coinvolgimento di tutti i settori dell'economia, in particolare il settore dell'edilizia per la riedificazione di case e fabbriche, aspetto che si rivelò il vero traino della ripresa economica. La nuova vita di Casalecchio fece registrare un notevole tasso di incremento di popolazione, tanto da superare quello di Bologna. La cartolina riproduce il monumento ai Caduti, in fondo ai giardini pubblici. Rappresenta un soldato in pastrano, elmetto e gambali che sorregge una Vittoria alata con la mano sinistra (ora scomparsa). E' opera dell'architetto-scultore Francesca Barbanti Brodano Fioroni; fu inaugurato il 4 giugno 1925 da re Vittorio Emanuele III di Savoia alla presenza del ministro Giovanni Federzoni. L'arcivescovo di Bologna, cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca impartì la benedizione. Il gruppo scultoreo fu sottoposto a restauro conservativo nel 1999 e restituito alla cittadinanza il 4 novembre dello stesso anno.