Casaralta, Ristorante

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Casaralta, Ristorante

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Inventario
BRI 02249
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, tra il 1912 e il 1915
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 1915
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in basso al centro, è scritto: "Ristorante Casarolta (sic)". La cartolina è viaggiata ma, probabilmente era stata introdotta in una busta, dal momento che il mittente ha occupato tutto lo spazio disponibile con il messaggio. E' datata 13 agosto 1915.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Casaralta, Ristorante
Note
A Casaralta esisteva -già dalla metà del secolo XIII°- una chiesa che, negli elenchi delle parrocchie che potevano riscuotere le decime, veniva costantemente definita come "Ecclesia S. Mariae de Casaraltola" o "de Caxaraltola". Queste denominazioni richiamano una località anticamente conosciuta come Ponte Realte in territorio di Sant'Egidio. Il sobborgo, costellato da alcune ville signorili e da case coloniche, era noto soprattutto per essere il luogo ove si trovavano gli edifici della Commenda dei Frati Gaudenti e dove fu scoperta la misteriosa lapide che si riferisce ad AELIA LAELIA CRISPIS, un misterioso enigma. Fino agli anni antecedenti il secondo conflitto mondiale non rimase che un agglomerato di case lungo la via Ferrarese, connotato da alcune grosse fabbriche. Attualmente, con il nome Casaralta si identifica un popoloso quartiere sito nella periferia nord di Bologna. I numerosi militari ritratti nella cartolina testimoniano il periodo in cui il Ministero della Guerra occupò una vastissima area nel cosiddetto Forte Galliera, dove anticamente si trovava la proprietà della sopracitata Commenda dei Frati Gaudenti. Qui era in funzione un grande stabilimento per la preparazione della carne in scatola destinata alle truppe al fronte. Durante la prima guerra mondiale fu anche installato un gigantesco frigorifero per la conservazione delle carni congelate. Nel "carnificio" si macellavano ogni giorno circa 150 bovini e venivano impiegati più di 1.500 soldati, oltre a numerosi civili e a 350 donne.