Castel del Rio (BO), il ponte degli Alidosi

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Castel del Rio (BO), il ponte degli Alidosi

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 434
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Castel del Rio (BO)
Luogo e anno di edizione
Funo (BO), Castel del Rio (BO), s.d.
Data della ripresa
Anni Sessanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,5x15
Indicazione di colore
colore
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castel del Rio (BO), il ponte degli Alidosi
Note
Castel del Rio si trova lungo la valle del Santerno, tra Imola e Firenzuola, ai piedi dell'Appennino bolognese e al confine con la Toscana. Il suo territorio, noto nel medioevo con il nome di Massa di Sant'Ambrogio, fece parte delle terre di Matilde di Canossa. Dopo un contenzioso con la Chiesa, fu assegnato dall'imperatore Ottone IV alla famiglia degli Alidosi, che da quel momento in avanti fu legata alla storia del paese. Dopo la loro cacciata ad opera dei ghibellini, infatti, gli Alidosi presero residenza presso il Castrum Rivi, l'attuale Castel del Rio e da lì finanziarono grandi opere urbanistiche come la costruzione del loro Palazzo, ad opera del Bramante, e il famoso ponte "a schiena d'asino". Nel XVII secolo l'area tornò sotto il controllo dello Stato Pontificio e vi rimase fino al passaggio al Regno d'Italia. Da più di cinquecento anni, il Ponte Alidosi (che attraversa il Santerno) presenta una struttura a schiena d’asino con un’unica arcata di 42 metri e una freccia di 19 metri. Commissionato da Obizzo Alidosi nel 1499 a mastro Andrea Gurrieri, il Ponte simboleggia la potenza e la solidità della famiglia, riconquistate dopo un periodo di stagnazione. La costruzione durò più di vent’anni comportando parecchi morti e feriti, ma giovò sicuramente al movimento commerciale della Vallata del Santerno, privilegiando Castel del Rio come area mercatale. Al suo interno cinque stanze, probabilmente realizzate per motivi strutturali, consentivano alle guardie la riscossione delle gabelle e la possibilità di rinchiudere prigionieri. Nel corso dei secoli fu sottoposto a diversi restauri. Fra i più importanti quelli del 1715 e del 1862. Il Ponte venne proclamato monumento nazionale nel 1897. Le stanze di cui sopra hanno ispirato la fantasia del fumettista Magnus, che più volte vi ha ambientato i suoi fumetti. Recentemente le stanze sono state recuperate come spazio espositivo grazie all’Amministrazione comunale con il contributo del Gal Appennino Bolognese e di tutta la struttura esterna. Questi restauri hanno consentito di restituire al Ponte il suo valore simbolico.