Castel Guelfo (BO), Via A. Gramsci

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Castel Guelfo (BO), Via A. Gramsci

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 507
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Castel Guelfo (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,5
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castel Guelfo (BO), Via A. Gramsci
Note
Il luogo che la cartolina documenta è Castel Guelfo. Il paese si trova all'estremità del comprensorio imolese e occupa una striscia di territorio lungo la sponda sinistra del fiume Sillaro. La storia della comunità risale al periodo altomedioevale, quando le contese tra Bologna e Imola per il possesso di questo territorio di confine videro la supremazia del governo bolognese.
Nel corso dei secoli XIII e XIV, si verificò l'insediamento della famiglia Malvezzi, i cui componenti furono nominati conti di Castel Guelfo nel 1458. Dalla metà del Quattrocento alla fine del Settecento si definirono lo sviluppo e l'assetto della forma urbana, caratterizzata dalla struttura fortificata e dalla scenografia architettonica triangolare del Borgo. Nell'Ottocento tutto il territorio di Castel Guelfo affrontò i complessi problemi del travagliato periodo compreso tra l'occupazione francese e lo stato unitario. Nel 1806, alla morte di Piriteo IV Malvezzi, le proprietà di Castel Guelfo, passò a sua figlia Maria Laura, che aveva sposato, nel 1798, il principe Astorre Hercolani. Successivamente, le vicende del paese seguirono quelle dell'Italia intera. La chiesa di cui si riconosce -a sinistra- la facciata è quella del Sacro Cuore. La storia racconta che già nel 1462, quattro anni dopo la creazione della contea, venisse eretta una chiesa all'interno del castello per opera di Virgilio Malvezzi. Tra il 1799 e il 1802, per volere del senatore Piriteo Malvezzi, fu progettata una nuova chiesa dall'architetto più affermato del momento: Angelo Venturoli.
La morte del marchese Piriteo Malvezzi non consentì però di terminare l'edificio con il previsto campanile, di cui Angelo Venturoli aveva predisposto il progetto. Soltanto nel 1832 si ripresero i lavori e molto più tardi, nel 1887, il campanile fu terminato nelle forme caratteristiche della tradizione bolognese.