Castello d'Argile (BO): chiesa parrocchiale

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Castello d'Argile (BO): chiesa parrocchiale

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 407
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Castello d'Argile (BO)
Luogo e anno di edizione
Castello d'Argile, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castello d'Argile (BO): chiesa parrocchiale
Bibliografia
http://www.comune.castello-d-argile.bo.it/; Magda Barbieri, "La terra e la gente di Castello d'Argile e di Venezzano ossia Mascarino", Cento (FE), Siaca Arti Grafiche, 1997, Vol. II, pag. 169
Note
Il nome del Comune è composto da due vocaboli attribuiti in tempi diversi. Il nome più antico è Argile, che risulta nei primi documenti attendibili, datati tra il 946 e il 1380. L'allora territorio si estendeva dal torrente Gallerano a est, fino al vecchio corso di Reno che toccava la “Morafosca” persicetana e scorreva a ovest di Cento.
Il nome Argile deriverebbe dalla contrazione del nome latino “Argiletum”, usato dai Romani per indicare una zona particolarmente ricca di argilla, come era appunto questa, in cui si spandevano le acque del Reno.
Il titolo di Castello fu invece attribuito e aggiunto al nome di Argile nel 1380, quando il Comune di Bologna ordinò e fece ricostruire a sue spese il nuovo centro abitato, a forma di “castrum”, cioè di “Castello”, inteso come luogo fortificato a scopo difensivo, su base rettangolare, circondato da un fossato e da un palancato di legno e accessibile da due porte, una a nord e una a sud, dotate di ponte levatoio. Nel corso della sua lunga storia, il paese seguì le alterne vicende della vicina città di Bologna. La popolazione, composta fino alla Seconda Guerra Mondiale soprattutto da agricoltori, nel periodo post-bellico si era notevolmente ridotta in seguito a migrazioni verso aree più industrializzate. Nell'ultimo periodo, invece, l'avvio di nuove attività artigianali e la costruzione di nuove abitazioni hanno determinato una inversione di tendenza e un progressivo ripopolamento, sia nel capoluogo che nella frazione. La fotografia restituisce l'immagine della chiesa parrocchiale intitolata a San Pietro. La chiesa, sorta in sostituzione di una struttura più antica, fu costruita nella seconda metà dell'Ottocento, si affaccia su Piazza Gadani ed è affiancata da un bel campanile, ugualmente ideato e costruito da Giuseppe Brighenti. L'edificio è' di impostazione classicheggiante, con colonne in stile ionico, su pianta a croce latina, con cupola e semicatino affrescati dai pittori Cesare Mauro Trebbi di Bologna, Antonio Mosca e Francesco Fabbri di Pieve di Cento nel 1900.
All'interno si trovano altre pregevoli opere, in particolare un piccolo crocefisso processionale in argento brunito, opera probabile dal valente scultore bolognese Alessandro Menganti.