Castello d'Argile (BO): il Corso

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Castello d'Argile (BO): il Corso

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 412
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Castello d'Argile (BO)
Luogo e anno di edizione
Castello d'Argile, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castello d'Argile (BO): il Corso
Bibliografia
http://www.comune.castello-d-argile.bo.it/; Magda Barbieri, "La terra e la gente di Castello d'Argile e di Venezzano ossia Mascarino", Cento (FE), Siaca Arti Grafiche, 1997, Vol. II, pag. 421
Note
Il nome del Comune è composto da due vocaboli attribuiti in tempi diversi. Il nome più antico è Argile, che risulta nei primi documenti attendibili, datati tra il 946 e il 1380. L'allora territorio si estendeva dal torrente Gallerano a est, fino al vecchio corso di Reno che toccava la “Morafosca” persicetana e scorreva a ovest di Cento.
Il nome Argile deriverebbe dalla contrazione del nome latino “Argiletum”, usato dai Romani per indicare una zona particolarmente ricca di argilla, come era appunto questa, in cui si spandevano le acque del Reno.
Il titolo di Castello fu invece attribuito e aggiunto al nome di Argile nel 1380, quando il Comune di Bologna ordinò e fece ricostruire a sue spese il nuovo centro abitato, a forma di “castrum”, cioè di “Castello”, inteso come luogo fortificato a scopo difensivo, su base rettangolare, circondato da un fossato e da un palancato di legno e accessibile da due porte, una a nord e una a sud, dotate di ponte levatoio. Nel corso della sua lunga storia, il paese seguì le alterne vicende della vicina città di Bologna. La popolazione, composta fino alla Seconda Guerra Mondiale soprattutto da agricoltori, nel periodo post-bellico si era notevolmente ridotta in seguito a migrazioni verso aree più industrializzate. Nell'ultimo periodo, invece, l'avvio di nuove attività artigianali e la costruzione di nuove abitazioni hanno determinato una inversione di tendenza e un progressivo ripopolamento, sia nel capoluogo che nella frazione. La cartolina riproduce la strada principale che attraversa il paese. Sulla via si affacciavano osterie e botteghe. L'edificio sul lato destro con il portichetto fittizio era il "Caffè Nazionale", di proprietà della famiglia Marescalchi sin dall'Ottocento. Sul lato sinistro, ma più avanti, si trovava invece l'osteria dei Sampieri, poi Pizzoli.