Castelluccio (BO), il Castello Manservisi
Castelluccio (BO), il Castello Manservisi
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Castelluccio (BO)
Luogo e anno di edizione
Milano, s.d.
Data della ripresa
Anni Trenta sec. XX° (?)
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Castelluccio (BO), 9.8.1940
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata da Castelluccio a Bologna. Il timbro di spedizione risale al 9.8.1940.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castelluccio (BO), il Castello Manservisi
Bibliografia
http://www.appenninobolognese.net;
http://castellomanservisi.it/wordpress/la-storia
http://castellomanservisi.it/wordpress/la-storia
Note
Castelluccio è un suggestivo borgo di origine medioevale, nel Comune di Alto Reno Terme.
La componente paesaggistica riveste per Castelluccio particolare rilevanza: il paese domina infatti da un crinale a oltre 800 metri di altezza tutte le valli circostanti. Inoltrandosi all'interno del borgo molto interessanti sono i caratteristici voltoni, i giardinetti aggrappati a terrazza e la Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XVII secolo. Castelluccio è un'ottimo punto di partenza per splendide passeggiate nel verde. All'entrata del paese si trova il Castello Manservisi. Alessandro Manservisi, proprietario di una delle più importanti sartorie di Bologna, acquistò quanto rimaneva dell'antico castello di Castelluccio nel 1886. Subito dopo venne iniziata una consistente ristrutturazione. In precedenza, il complesso era appartenuto alla nobile famiglia dei Nanni-Levera, tra i maggiori possidenti della montagna grazie alla protezione del card. Lambertini, poi papa Benedetto XIV. Il risultato della ristrutturazione fu un castello in stile neogotico con torri, portici e archi a sesto acuto. Per i lavori furono chiamati abili scalpellini e maestri del ferro battuto a mano che produssero grate, lampioni, mensole, anelli per legare cavalcature, ferramenta per infissi di legno nel rispetto di quell'architettura romantica che fu di gran moda negli ultimi trent'anni dell'Ottocento e ad inizio Novecento. Alessandro Manservisi morì nel 1912 lasciando erede testamentario il fratello Gino e disponendo che l'intera proprietà fosse: "[...] devoluta ad istituto di beneficenza come stazione climatica per poveri bambini figli di gente onesta e che frequentino le scuole comunali con buona condotta… che siano alimentati e svagati con le rendite tutte del mio patrimonio dal maggio all’ottobre che si riapriranno le scuole. Scelti, tanti maschi che femmine in numero uguali, per essere ammessi dovranno essere tutti imbussolati per poi estratti a sorte, a mezzo di una bambina scelta per l’estrazione dei concorrenti.” La colonia sopravvisse anche dopo la morte di Gino Manservisi e continuò fino a tutti gli anni Settanta del secolo scorso gestita dalla fondazione Dall’Olio – Manservisi. Attualmente il castello e numerosi terreni di Castelluccio appartengono alla Azienda Pubblica di Servizi alla Persona per Minori e Disabili I.R.I.D.eS, costituita dalla Giunta regionale nell’aprile 2008, nell’ambito del programma per il riordino e la trasformazione delle Opere Pie attraverso la fusione di sei di esse tra cui, appunto, la Fondazione Dall’Olio Manservisi.
La componente paesaggistica riveste per Castelluccio particolare rilevanza: il paese domina infatti da un crinale a oltre 800 metri di altezza tutte le valli circostanti. Inoltrandosi all'interno del borgo molto interessanti sono i caratteristici voltoni, i giardinetti aggrappati a terrazza e la Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XVII secolo. Castelluccio è un'ottimo punto di partenza per splendide passeggiate nel verde. All'entrata del paese si trova il Castello Manservisi. Alessandro Manservisi, proprietario di una delle più importanti sartorie di Bologna, acquistò quanto rimaneva dell'antico castello di Castelluccio nel 1886. Subito dopo venne iniziata una consistente ristrutturazione. In precedenza, il complesso era appartenuto alla nobile famiglia dei Nanni-Levera, tra i maggiori possidenti della montagna grazie alla protezione del card. Lambertini, poi papa Benedetto XIV. Il risultato della ristrutturazione fu un castello in stile neogotico con torri, portici e archi a sesto acuto. Per i lavori furono chiamati abili scalpellini e maestri del ferro battuto a mano che produssero grate, lampioni, mensole, anelli per legare cavalcature, ferramenta per infissi di legno nel rispetto di quell'architettura romantica che fu di gran moda negli ultimi trent'anni dell'Ottocento e ad inizio Novecento. Alessandro Manservisi morì nel 1912 lasciando erede testamentario il fratello Gino e disponendo che l'intera proprietà fosse: "[...] devoluta ad istituto di beneficenza come stazione climatica per poveri bambini figli di gente onesta e che frequentino le scuole comunali con buona condotta… che siano alimentati e svagati con le rendite tutte del mio patrimonio dal maggio all’ottobre che si riapriranno le scuole. Scelti, tanti maschi che femmine in numero uguali, per essere ammessi dovranno essere tutti imbussolati per poi estratti a sorte, a mezzo di una bambina scelta per l’estrazione dei concorrenti.” La colonia sopravvisse anche dopo la morte di Gino Manservisi e continuò fino a tutti gli anni Settanta del secolo scorso gestita dalla fondazione Dall’Olio – Manservisi. Attualmente il castello e numerosi terreni di Castelluccio appartengono alla Azienda Pubblica di Servizi alla Persona per Minori e Disabili I.R.I.D.eS, costituita dalla Giunta regionale nell’aprile 2008, nell’ambito del programma per il riordino e la trasformazione delle Opere Pie attraverso la fusione di sei di esse tra cui, appunto, la Fondazione Dall’Olio Manservisi.