Castiglione dei Pepoli (BO), Collegio San Giovanni - Scuola Media - Pensione Estiva, già Grand Hotel

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Castiglione dei Pepoli (BO), Collegio San Giovanni - Scuola Media - Pensione Estiva, già Grand Hotel

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 638, 639
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Castiglione dei Pepoli (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, Castiglione dei Pepoli (BO), s.d.
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Castiglione dei Pepoli (BO), 1959
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Esistono due esemplari. Entrambi sono viaggiati da Castiglione dei Pepoli a Bologna. Il timbro di spedizione risale per il primo al 12.8.1959 e per il secondo al 16.7.1959.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Castiglione dei Pepoli (BO), Collegio San Giovanni - Scuola Media - Pensione Estiva, già Grand Hotel
Bibliografia
www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna
Note
Castiglione dei Pepoli si sviluppa alle pendici del Monte Gatta, ed è oggi tra i principali centri abitati dell’Appennino bolognese. Il territorio comunale si estende sulle vallate dei torrenti Setta, Brasimone e Gambellato, che con numerosi rii affluenti ne fanno un territorio particolarmente ricco di acque. La zona, conosciuta già da Etruschi e Romani, conobbe forte sviluppo nel periodo medievale. Tale momento fu ricco di lotte e di congiure, fino a che gli antichi e potenti signori dovettero capitolare alle emergenti libertà comunali. Dopo la metà del Quattrocento, in pieno Rinascimento, l’antica famiglia bolognese dei Pepoli si impadronì di queste zone e ne fece un piccolo feudo incastonato entro i territori dello Stato della Chiesa. I Pepoli ne rimasero di fatto i signori incontrastati fino al 1796. Nel 1884 venne aperta la prima strada carrozzabile e negli anni immediatamente successivi si scoprirono le sue meraviglie naturali. Le prime escursioni del Club Alpino Italiano portarono nei circoli bolognesi e toscani racconti e immagini di luoghi incontaminati, di boschi fiabeschi, di una popolazione gentile e ospitale. Questo fu il preambolo della nascita della stagione turistica. Nel periodo estivo, infatti, iniziarono ad arrivare i villeggianti
attratti anche dalla fama dello stabilimento elettroidroterapico, un centro termale d'avanguardia che valorizzava la salubrità delle acque della zona.
Vi fu poi lo sfruttamento delle acque a fini industriali, che si intensificò nel Novecento con la pionieristica costruzione di bacini artificiali (Brasimone, Santa Maria) e di centrali per la produzione di energia elettrica. La storia recente di questa zona è stata caratterizzata da altre grandi opere quali:
la Ferrovia Direttissima, Autostrada del Sole, Centro Enea, per arrivare ai giorni nostri con i lavori della Variante di Valico.
L'edificio qui documentato sorse a fine Ottocento e, più esattamente, nel 1889. Nacque come Stabilimento Elettro-Idro-Terapico. Il proprietario era il cav. Ruggeri.
Ben presto la struttura si meritò una grande notorietà, dovuta anche al fatto che, oltre alle cure, si poteva godere di buona musica e si tenevano feste danzanti. Era dotata di salotto di lettura e sala di conversazione, di due grandi saloni da pranzo e di un sontuoso salone da ballo ornato di specchi, poltrone e lampadari a luce elettrica, grande novità per l'epoca. Oltre alle sale per l'idroterapia e i bagni di luce, esistevano una piscina coperta e un campo di “lawn tennis” (tennis su prato). Il servizio medico era di ottimo livello: direttore consulente (e residente nello stabilimento) era il prof. Pietro Albertoni dell'Università di Bologna. I collegamenti con Bologna e Firenze venivano assicurati da un servizio di diligenze verso le stazioni di Sasso e Prato. Nel volgere di pochi anni, dunque, la struttura si ingrandì notevolmente, arrivando ad avere sei piani e oltre cento camere e iniziò ad essere conosciuta come la migliore casa per ferie dell'Appennino bolognese. Nel 1914 la gestione passò all'hotel Baglioni di Bologna. In seguito, alterne vicende ne videro mutare l'utilizzo.