Firenze, il Lungarno della Zecca Vecchia
Firenze, il Lungarno della Zecca Vecchia
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Firenze
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Firenze, il Lungarno della Zecca Vecchia
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. Viaggiando in Toscana si fermò, ovviamente, a Firenze. Uno dei soggetti che riprese è il Lungarno della Zecca Vecchia, ovvero, quel tratto della sponda nord che va dalla Biblioteca Nazionale Centrale (piazza dei Cavalleggeri) alla torre della Zecca (piazza Piave), da cui prende il nome. Questo lungarno, aperto dopo delibera del 1867, si chiamò anticamente "della Torricella" in memoria dell'antico spedale omonimo. In seguito venne ridedicato alla zecca del fiorino che aveva sede nella vicina torre della Zecca Vecchia. Il conio, come molte altre attività artigianali bisognose di un forte approvvigionamento idrico, aveva infatti sede qui per la comoda vicinanza con l'Arno. La torre visibile a sinistra fu eretta a protezione del mai eseguito ponte Reale e a difesa della parte della cerchia di mura che insisteva in questo tratto. Fu scoronata nel 1532 e già incorporata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, a fungere da bastione, nella fortezza Vecchia o baluardo di Mongibello. Nel corso dei lavori di ingrandimento della città di Firenze progettati da Giuseppe Poggi a fine Ottocento, fu isolata e posta a traguardo dei viali di circonvallazione.