Fontana (Sasso Marconi), Palazzo Sanuti: esterno, facciata ovest

60f6d68b3c12a10007f13bb9

Fontana (Sasso Marconi), Palazzo Sanuti: esterno, facciata ovest

 Genera il pdf

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Sasso Marconi
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Misure negativo (in cm; hxb)
lastra 15x10; negativo 7x6
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Fontana (Sasso Marconi), Palazzo Sanuti: esterno, facciata ovest
Bibliografia
L. Dalmazzo, Nicolò e Nicolosa Sanuti. La Contea della Porretta e il Palazzo della Fontana, 2021, p.27
Note
Il territorio di Sasso Marconi occupa la prima zona collinare dell'Appennino bolognese compresa tra la bassa valle del fiume Reno, la porzione inferiore della valle del Setta a sud-est e parte del bacino idrografico del fiume Lavino a ovest. La località Fontana è costituita da un borgo posto dopo la Rupe in direzione di Marzabotto. Il nome gli deriva dalla sontuosa fontana che si trova nella corte di Palazzo Sanuti e dalla quale si attingeva l'acqua sorgiva. Di notevole interesse, Palazzo Sanuti è l' edificio nel quale dal 1797 al 1811 fu ospitata la prima sede comunale di Praduro e Sasso. Fu fatto costruire da Nicolò Sanuti, aristocratico cavaliere assai presente nella vita politica bolognese del secolo XV°. Senatore, nel 1447 fu nominato primo conte della Porretta da Papa Nicolò V. In seconde nozze si era sposato con Nicolosa Castellani, nobildonna passata alla storia per aver scritto un'orazione contro il cardinale Bessarione che aveva emanato un decreto sull'abbigliamento femminile. Il palazzo -considerato un luogo di villeggiatura per la famiglia- conserva ancora tracce di un fregio affrescato con il ritratto di Nicolò e di sua moglie; su un angolo, inoltre si apre un'edicola a bifora che racchiude una statua della Madonna con Bambino attribuito alla bottega di Jacopo della Quercia. Sulla facciata è riprodotto lo stemma della famiglia Sanuti con le parole "[Nicolaus] Santus Porrecte Comes". Per complesse vicende ereditarie, nei secoli successivi si succedettero diversi proprietari, fino a che uno di essi, Giambattista Comelli (noto autore di un volume storico sulla Rupe e sul Santuario del Sasso), non lo ristrutturò pur conservandone le antiche strutture.