Gino Cappello
Gino Cappello
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BRI / BOLOGNA F.C. 41
Autore
Categoria:
Notizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Bologna (?)
Data della ripresa
Anni Quaranta-Cinquanta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Nell'angolo inferiore destro del recto si legge il nome del laboratorio fotografico; sulla maglia del protagonista compare la firma autografa. Sul verso il prof. Brighetti ha annotato: "Cappello".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Gino Cappello
Note
Le fotografie contrassegnate con la serie inventariale BRI / BOLOGNA F.C. fanno parte di una vasta documentazione di immagini relative alla squadra di calcio cittadina. Tale documentazione fu raccolta dal prof. Antonio Brighetti per il suo sterminato archivio sulla storia della città. Le fotografie riguardano i diversi campi sui quali il Bologna Football Club ha giocato, i calciatori e le squadre che si sono succedute dal 1909 fino ad un più recente passato. Molti sono anche i documenti archivistici, che però saranno sottoposti a diversa e successiva catalogazione. Il Bologna Foot Ball Club nacque ufficialmente il 3 ottobre 1909, presso la birreria Ronzani in via Spaderie, come sezione "per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese, presieduto dal Cavalier Sandoni. Fu eletto Presidente Louis Rauch, un odontoiatra svizzero. Arrigo Gradi ebbe la nomina a capitano. Fu lui a introdurre la maglia rossa e blu, mutuandola dal collegio svizzero di Schonberg a Rossbach, dove era stato studente. L'iniziativa di fondare una squadra di football inglese era stata di Emilio Arnstein, un giovane di origine boema arrivato a Bologna l'anno prima. Gino Cappello (Padova,1920 – Bologna,1990) è stato un calciatore del Bologna dal 1945 al 1956, con il ruolo di attaccante. Nella squadra felsinea collezionò 245 presenze e 80 reti in campionato.
Saltò la stagione 1952-1953 per una squalifica. Nell'estate 1952, infatti, durante un torneo di bar a Bologna, fu accusato di aver colpito intenzionalmente l'arbitro Palmieri mandandolo all'ospedale. A causa di questo grave episodio fu squalificato a vita, ma dopo un anno venne riabilitato.
In Serie A conta complessivamente 301 presenze e 104 reti. Lasciato il Bologna, giocò per due stagioni con il Novara, prima di concludere la carriera di calciatore nel 1958.
Giocatore eccezionale anche se discontinuo e a volte travolgente, di risorse tecniche fuori dal comune, militò in Nazionale per undici partite : la prima il 22 maggio 1949 in Italia-Austria (3-1), subito dopo la tragedia di Superga. Partecipò a due spedizioni mondiali: in Brasile nel 1950 e in Svizzera nel 1954. Fu in quest'ultima occasione che vennero assegnati, per la prima volta, i numeri di maglia ai giocatori in maniera fissa: a Gino Cappello toccò il numero 10. Smessa l'attività, diventò dirigente del Genoa, ma poco dopo fu accusato di tentata corruzione e squalificato a vita. Venne poi riabilitato grazie ad un ricorso, ma solo dodici anni più tardi.
Saltò la stagione 1952-1953 per una squalifica. Nell'estate 1952, infatti, durante un torneo di bar a Bologna, fu accusato di aver colpito intenzionalmente l'arbitro Palmieri mandandolo all'ospedale. A causa di questo grave episodio fu squalificato a vita, ma dopo un anno venne riabilitato.
In Serie A conta complessivamente 301 presenze e 104 reti. Lasciato il Bologna, giocò per due stagioni con il Novara, prima di concludere la carriera di calciatore nel 1958.
Giocatore eccezionale anche se discontinuo e a volte travolgente, di risorse tecniche fuori dal comune, militò in Nazionale per undici partite : la prima il 22 maggio 1949 in Italia-Austria (3-1), subito dopo la tragedia di Superga. Partecipò a due spedizioni mondiali: in Brasile nel 1950 e in Svizzera nel 1954. Fu in quest'ultima occasione che vennero assegnati, per la prima volta, i numeri di maglia ai giocatori in maniera fissa: a Gino Cappello toccò il numero 10. Smessa l'attività, diventò dirigente del Genoa, ma poco dopo fu accusato di tentata corruzione e squalificato a vita. Venne poi riabilitato grazie ad un ricorso, ma solo dodici anni più tardi.