Giovanni Pisano (Prof Salvini fece)

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Giovanni Pisano (Prof Salvini fece)

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Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Pisa
Data della ripresa
1870 post
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
collodio/vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
26,8x20,9
Indicazione di colore
B/N
Soggetto o iconografia
Pisa - Camposanto monumentale - Scultura - Salvini, Salvino - Giovanni Pisano
Bibliografia
Appendice I° al Catalogo Generale della Fotografia dell’Emilia di Pietro Poppi, Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, 1890; Franco Cristofori, Giancarlo Roversi, a cura di, Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1980; Giuseppina Benessati, Angela Tromellini, Fotografia & Fotografi a Bologna, 1839-1900, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992; Franca Varignana, Pietro Poppi “Peintre-Photographe” in Andrea Emiliani, Italo Zannier, a cura di, Il tempo dell'immagine: fotografi e società a Bologna 1880-1980, Torino, SEAT, 1993, pp. 55-70; Fabio Marangoni, Pietro Poppi (1833-1914) fotografo bolognese dell’Ottocento, tesi di laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli studi di Bologna, relatore Stefano Susinno, a.a. 1998/1999; Roberto Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L'album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, in Bollettino del Museo del Risorgimento, A.53, 2008.
Note
Questa lastra, benché inserita da Poppi nella sua sezione di riprese pisane, è stata mantenuta in fase di acquisizione del fondo, per l'appartenenza dell'autore all'area bolognese. E' interessante come Poppi fotografi altre opere di Salvini e le inserisca in catalogo già a partire dal 1883 con numeri sequenziali che precedono l'873.
Questa immagine invece si ritrova per la prima volta nel catalogo 1890, come unica voce della città di Pisa, e dovremmo dunque circoscriverla tra il 1888 (anno in cui viene pubblicata tutta la documentazione pisana con numeri di inventario differenti, superiori al 2000) e il 1890, anche se resta incongruo l'utilizzo del collodio in tempi così avanzati in cui l'uso della gelatina era ormai più che consolidato. Questo ci porta ad ipotizzare una datazione più precoce rispetto alla presenza in catalogo, legata alla documentazione della produzione scultorea locale. Salvini realizza la scultura nel 1862, quasi in concomitanza con la sua nomina a professore nella Regia Accademia di Bologna. La ripresa è molto particolare, con uno sfondo non scontornato ma non riconoscibile e non corrispondente alla sistemazione nel Camposanto pisano (confronto con cartolina storica). Per approfondimenti in merito a Salvino Salvini e alla sua opera si veda la bibliografia citata nella scheda (Martorelli 2008).