Granarolo dell' Emilia (BO), villa Clementina già Marcovigi
Granarolo dell' Emilia (BO), villa Clementina già Marcovigi
Genera il pdfInventario
BRI / BO PROVINCIA 983
Autore
Categoria:
Notizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Granarolo Emilia (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Quaranta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Granarolo dell'Emilia (BO), villa Clementina già Marcovigi
Bibliografia
http://www.comune.granarolo-dellemilia.bo.it/
https://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it
https://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it
Note
Il territorio del Comune di Granarolo dell'Emilia si estende immediatamente a nord del Comune di Bologna. Le piu' antiche tracce di popolamento di tale territorio risalgono al periodo villanoviano (VI sec. a.C.), ma ritrovamenti etruschi, celtici e romani, attestano la frequentazione della zona per tutta l'antichità, probabile via di transito per il ferrarese .
Le ancora oggi notevoli tracce della centuriazione romana sono la migliore testimonianza della vocazione agricola del circondario, vero e proprio "granaio" (come suggerisce l'etimologia del nome) per la città di Bologna anche durante il periodo medievale e moderno.Tradizione vuole che qui abbia avuto origine la stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bologna tra il Quattocento e il Cinquecento. Si narra che il capostipite della nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4 maggio del 1252, dall'unione di una bella contadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigioniero dei Bolognesi.
Il comune di Granarolo dell'Emilia si costituì poco prima dell'Unità d'Italia col nome di comune di Viadagola fino a che nel 1876 non assunse la nuova denominazione. Granarolo era infatti la frazione emergente per popolazione e per aggregati di case, in quanto il baricentro della vita produttiva si stava spostando sulla via San Donato, grazie soprattutto alla funzionalità della tranvia Bologna-Malalbergo, dismessa solo nel secondo dopoguerra. Attualmente è sede amministrativa dell'Unione Terre di Pianura. La stessa villa oggetto di questa immagine è stata fotografata da Giuseppe Michelini e riprodotta nel volume di Renzo Renzi "Bologna 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1872-1951)" a pag. 114. La differenza sta nel nome con cui viene indicato l'edificio. Michelini, infatti, lo indica come Villa Marcovigi e così è stata ulteriormente riprodotta nel libro "Un granaio per la città. Uomini e vicende di Granarolo" pubblicato da Grafis Edizioni nel 1989 (pag. 192). Raffaello Marcovigi, amico di Michelini, era un noto avvocato. Nel 1905 assunse la carica di presidente del Club Alpino Italiano sezione di Bologna del quale il fotografo era consigliere. Non ci sono dunque dubbi sulla conoscenza della casa da parte di Michelini stesso. Evidentemente, come spesso succede, vi sono stati degli avvicendamenti nel detenere la proprietà della villa che, di volta in volta, veniva dunque identificata con il cognome del proprietario in carica.
Le ancora oggi notevoli tracce della centuriazione romana sono la migliore testimonianza della vocazione agricola del circondario, vero e proprio "granaio" (come suggerisce l'etimologia del nome) per la città di Bologna anche durante il periodo medievale e moderno.Tradizione vuole che qui abbia avuto origine la stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bologna tra il Quattocento e il Cinquecento. Si narra che il capostipite della nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4 maggio del 1252, dall'unione di una bella contadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigioniero dei Bolognesi.
Il comune di Granarolo dell'Emilia si costituì poco prima dell'Unità d'Italia col nome di comune di Viadagola fino a che nel 1876 non assunse la nuova denominazione. Granarolo era infatti la frazione emergente per popolazione e per aggregati di case, in quanto il baricentro della vita produttiva si stava spostando sulla via San Donato, grazie soprattutto alla funzionalità della tranvia Bologna-Malalbergo, dismessa solo nel secondo dopoguerra. Attualmente è sede amministrativa dell'Unione Terre di Pianura. La stessa villa oggetto di questa immagine è stata fotografata da Giuseppe Michelini e riprodotta nel volume di Renzo Renzi "Bologna 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1872-1951)" a pag. 114. La differenza sta nel nome con cui viene indicato l'edificio. Michelini, infatti, lo indica come Villa Marcovigi e così è stata ulteriormente riprodotta nel libro "Un granaio per la città. Uomini e vicende di Granarolo" pubblicato da Grafis Edizioni nel 1989 (pag. 192). Raffaello Marcovigi, amico di Michelini, era un noto avvocato. Nel 1905 assunse la carica di presidente del Club Alpino Italiano sezione di Bologna del quale il fotografo era consigliere. Non ci sono dunque dubbi sulla conoscenza della casa da parte di Michelini stesso. Evidentemente, come spesso succede, vi sono stati degli avvicendamenti nel detenere la proprietà della villa che, di volta in volta, veniva dunque identificata con il cognome del proprietario in carica.