Il pellegrino riceve la tavola della B.V. di San Luca nella chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli

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Il pellegrino riceve la tavola della B.V. di San Luca nella chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli

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Inventario
BRI 01194; BRI 01195
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, 1976
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
monocromo su cartoncino giallo
Iscrizioni
Nel verso, in basso a sinistra, è riportato: "V centenario della visita annuale della B. Vergine di San Luca alla città di Bologna (1476-1976)". Sullo stesso lato, in alto, è riportato il titolo con la specifica: "disegno di D.M. Fratta, incisione di G. Benedetti, dal "viaggio" dell'a. 1740"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Il pellegrino riceve la tavola della B.V. di San Luca nella chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli
Bibliografia
Elena Gottarelli, "I viaggi della Madonna di San Luca", Bologna, Tamari, 1976, tav. XVI.
Note
Le stampe che riproducono i cosiddetti "Viaggi della Madonna di San Luca" furono prodotte in un periodo di tempo compreso tra il 1657 e il 1797. Con il termine "viaggio" si indicava l'opuscolo ove era riproposto l'itinerario processionale che compiva la sacra Immagine una volta scesa in città e per il quale le incisioni fungevano da frontespizio o da antiporta. L'opuscolo era infatti composto da un frontespizio e da tre facciate a stampa, oppure, da un'antiporta alla quale seguivano il frontespizio e due facciate. Dal 1476 i passaggi della Madonna divennero annuali ma, già dal 1436, perchè l'Immagine potesse visitare tutta la città, Bologna fu divisa in quattro quartieri: in tal modo ogni quattro anni -alternativamente- tutti l'avrebbero accolta. L'acquaforte qui riprodotta si riferisce all'anno 1740: ripropone la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli dove, secondo la leggenda, i sacerdoti del tempio affidarono la tavola dipinta dall'evangelista Luca a Teokis Kmnya perché la portasse sul Monte della Guardia. L'incisione di Giovanni Benedetti è tratta da un disegno di Domenico Maria Fratta. Lo stampatore era Lelio della Volpe. Lo stemma che compare di fronte a quello della Compagnia della Morte è quello del Marchese Giuseppe Pepoli che, in quel momento ne era il priore.