Insegna dell'oreficeria "al Pellegrino"

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Insegna dell'oreficeria "al Pellegrino"

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Notizie storico artistiche

Tecnica e supporto
Lastra di ferro dipinta
Misure (in cm)
50,4x36,3
Iscrizioni
In basso: "Pellegrino".
Notizie storico critiche
Queste insegne per tutto l'Otto e parte del Novecento hanno costellato le vie di Bologna, finendo col tempo per identificare non solo la bottega ma anche il luogo in cui si trovavano, diventando punti di riferimento imprescindibili soprattutto per chi non era in grado di leggere. Questo spiega la permanenza della stessa insegna anche in caso di cessione o di modifica dell'attività.
Quella del Pellegrino era un'oreficeria documentata a Bologna dal 1845 ma proprio per questa usanza non si può escludere che in precedenza tale insegna fosse appartenuta ad una locanda o ad un albergo, come il nome in effetti lascerebbe intendere.
Descrizione
Insegna di bottega con raffigurato un viandante all'interno di un ovale. Dipinta nello stesso modo anche sul retro; unica differenza: il mantello di colore azzurro.
Bibliografia
Le botteghe degli orefici di Bologna e le loro insegne, 1911, manoscritto conservato presso la biblioteca dell'Archiginnasio (B 4227); F. Varignana, Coscienza Urbana e Urbanistica tra due millenni. Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, 1993; A. Molinari Pradelli, Bologna in vetrina, Bologna, 1994, p. 67;
Mostre
Coscienza Urbana e Urbanistica tra due millenni. Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale (Bologna, 11/12/1993 - 13/2/1994);
Note
Le insegne di antiche botteghe, molte delle quali oggi visibili nella sala della Forma Urbis nel Museo della Storia della città di Bologna in Palazzo Pepoli, giunsero nelle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna in seguito agli sventramenti di via Rizzoli d'inizio Novecento con conseguente esproprio di tante botteghe che lì avevano sede, soprattutto oreficerie. Nella biblioteca dell'Archiginnasio si conserva un volumetto manoscritto sulle "Botteghe degli orefici di Bologna e le loro insegne, dal 1812 al 1911" dove si ritrovano molte delle insegne qui conservate con i nomi dei relativi proprietari che si sono succeduti negli anni (Bibl. Arch. - B 4227).