Insegna dell'oreficeria del "Grappolo d'uva"

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Insegna dell'oreficeria del "Grappolo d'uva"

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Notizie storico artistiche

Tecnica e supporto
Lastra di ferro dipinta ad olio
Misure (in cm)
74x24 (con gancio)
Notizie storico critiche
Insegna dell'oreficeria del "Grappolo d'uva", probabilmente in precedenza appartenuta ad una osteria. Questo si spiega in quanto queste insegne per tutto l'Otto e parte del Novecento hanno costellato le vie di Bologna, finendo col tempo per identificare non solo la bottega ma anche il luogo in cui si trovavano. Diventavano pertanto punti di riferimento imprescindibili soprattutto per chi non era in grado di leggere, tanto da restare inamovibili anche in caso di cessione o di modifica dell'attività. La vecchia pratica d'acquisto ha infatti rilevato che si trattava dell'insegna dell'oreficeria Monti oggi scomparsa.
Descrizione
In un ovale dal fondo giallo un grosso grappolo d'uva nera con gambo. Dipinta allo stesso modo anche sul verso.
Bibliografia
Le botteghe degli orefici di Bologna e le loro insegne, 1911, manoscritto conservato presso la biblioteca dell'Archiginnasio (B 4227); A. Molinari Pradelli, Bologna in vetrina, Bologna 1994, p. 247; G. Moretti, Bologna - taccuino di viaggio, Bologna 2013, p. 61;
Mostre
Bologna, dicono di lei (Bologna, 2021-2022);
Note
Le insegne di antiche botteghe, molte delle quali oggi visibili nella sala della Forma Urbis nel Museo della Storia della città di Bologna in Palazzo Pepoli, giunsero nelle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna in seguito agli sventramenti di via Rizzoli d'inizio Novecento con conseguente esproprio di tante botteghe che lì avevano sede, soprattutto oreficerie. Nella biblioteca dell'Archiginnasio si conserva un volumetto manoscritto sulle "Botteghe degli orefici di Bologna e le loro insegne, dal 1812 al 1911" dove si ritrovano molte delle insegne qui conservate con i nomi dei relativi proprietari che si sono succeduti negli anni (Bibl. Arch. - B 4227)