Kollmann (in italiano Colma) (BZ): costume

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Kollmann (in italiano Colma) (BZ): costume

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Inventario
MICH. 2246
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Kolmann o Colma (BZ)
Data della ripresa
1900
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Misure negativo (in cm; hxb)
7x6
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Kollmann (in italiano Colma) (BZ): costume
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. Questa ripresa, come ci informa una scritta sulla busta delle pellicole originali, fu scattata nell'agosto 1900 durante il tragitto tra Kollmann e Franzenfeste, in Alto Adige. La didascalia è quella attribuita da Michelini stesso. Kollmann (in italiano Colma) è un paese adagiato sui dolci pendii soleggiati della bassa Valle Isarco, circondata da sentieri storici, cascate e vigneti. La località era il punto di partenza della strada degli imperatori che portava a Bolzano attraverso il Renon, visto che la conca della Valle Isarco, da Colma a Cardano, era impraticabile. Il costume indossato dalla ragazza ritratta pare proprio rispecchiare il cosiddetto “Die Tracht” in uso ancora oggi in alcune occasioni. L'abito prevede una camicetta bianca, possibilmente di lino (grezzo per tutti i giorni, fine per le feste), bordato di pizzi lavorati al tombolo, un corpetto rigido ornato e orlato con nastri e cordoncini variopinti, colorati a seconda delle zone e realizzati in lana, cotone, lino e perfino velluto. Così anche le gonne di Wiefling (un misto di lino e lana) o loden, ampie, leggere o calde a seconda della stagione. Infine le calze, lavorate all’uncinetto su cui si indossano scarpe severe, nere con bordature rosse. E' opportuno ricordare che fino al 1918 quei territori si trovavano ancora sotto il dominio dell'Impero Austro-Ungarico. Per il nostro autore si trattava dunque di un vero e proprio viaggio all'estero.