La tavola della B.V. di San Luca trafugata dai mercanti veneziani ritorna al suo Santuario

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La tavola della B.V. di San Luca trafugata dai mercanti veneziani ritorna al suo Santuario

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Inventario
BRI 01196; BRI 01197
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, 1976
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
monocromo su cartoncino giallo
Iscrizioni
Nel verso, in basso a sinistra, è riportato: "V centenario della visita annuale della B. Vergine di San Luca alla città di Bologna (1476-1976)". Sullo stesso lato, in alto, è riportato il titolo con la specifica: "incisione di C. Gregori, dal "viaggio" dell'a. 1742".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
La tavola della B.V. di San Luca trafugata dai mercanti veneziani ritorna al suo Santuario
Bibliografia
Elena Gottarelli, "I viaggi della Madonna di San Luca", Bologna, Tamari, 1976, tav. XVIII.
Note
Le stampe che riproducono i cosiddetti "Viaggi della Madonna di San Luca" furono prodotte in un periodo di tempo compreso tra il 1657 e il 1797. Con il termine "viaggio" si indicava l'opuscolo ove era riproposto l'itinerario processionale che compiva la sacra Immagine una volta scesa in città e per il quale le incisioni fungevano da frontespizio o da antiporta. L'opuscolo era infatti composto da un frontespizio e da tre facciate a stampa, oppure, da un'antiporta alla quale seguivano il frontespizio e due facciate. Dal 1476 i passaggi della Madonna divennero annuali ma, già dal 1436, perchè l'Immagine potesse visitare tutta la città, Bologna fu divisa in quattro quartieri: in tal modo, ogni quattro anni -alternativamente- tutti l'avrebbero accolta. La stampa si riferisce all'anno 1742 e riproduce un miracolo compiuto dalla Vergine. Alcuni mercanti veneziani rubarono la tavola dipinta, la avvolsero in un drappo e, dopo averla chiusa in una cassa, partirono per Venezia dove era loro intenzione venderla. Durante il viaggio, i malfattori si accorsero che da questa cassa proveniva un forte profumo; incuriositi l'aprirono e si accorsero che il dipinto era scomparso. Prodigiosamente era ritornato nel suo santuario, da dove era stato rimosso! L'incisione è di C. Gregori; lo stampatore Lorenzo Martelli. Il priore della Compagnia della Morte era a quel tempo il Conte Fabio Carandini, il cui stemma compare sul lato destro, in alto.