Lago di Como. Gravedona vista dal battello

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Lago di Como. Gravedona vista dal battello

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Inventario
MICH. 1777
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Gravedona (Co)
Data della ripresa
1898
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Lago di Como. Gravedona vista dal battello
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. Nel 1898, appena venticinquenne, egli fu sul Lago di Como e nel suo territorio e ne lasciò alcune bellissime riprese. In questa fotografia è inquadrata Gravedona dal battello. L'edificio imponente sull'estrema destra, di solida mole quadrata con quattro torri angolari, è Palazzo Gallio. La dimora venne fondata sul luogo dell'antico castello del paese, oggi non più esistente, dal cardinale e segretario di Stato al soglio pontificio Tolomeo Gallio, che ebbe il territorio delle Tre Pievi in feudo da Filippo II nel 1580. La posa della prima pietra è datata tra il 1586 e il 1587, e il progetto per la sua costruzione viene attribuita a Giacomo Curti. Il prelato morì nel 1607 e non riuscì ad abitarlo. Attualmente è sede della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio ed è stato inserito nella lista dei Monumenti Nazionali.