Lama di Reno (BO), cartiera e panorama

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Lama di Reno (BO), cartiera e panorama

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 1606
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Lama di Reno (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX°
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Marzabotto, gennaio 1956
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata verso Fabriano. Il timbro è parzialmente illeggibile, ma la data di compilazione risale al 31.1.1956.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Lama di Reno (BO), cartiera e panorama
Bibliografia
https://www.facebook.com/media/set/
Note
Lama di Reno è una frazione di Marzabotto che ospitava una delle più antiche industrie bolognesi: la Cartiera. L'opificio qui ben visibile veniva citato già nel 1746, ma sappiamo che era attivo ormai da alcuni decenni. La cartiera visse il suo maggior sviluppo sotto l'egida della Rizzoli, dal 1954 al 1990. Qui veniva prodotta la carta per le riviste più vendute d'Italia, come "TV Sorrisi e Canzoni", "Oggi" o "Annabella".
Il comm. Angelo Rizzoli avviò un profondo rinnovamento della fabbrica (praticamente una ricostruzione), trasformandola in uno dei più avanzati stabilimenti cartari d'Italia. Il progetto fu affidato a Mario Tufaroli Luciano, architetto della Scuola Romana. L'inaugurazione ufficiale del nuovo edificio avvenne nel 1967, con l'entrata in funzione del primo impianto di disinchiostrazione d'Europa, progettato dall'ingegnere bolognese Carlo Comisso jr. Negli anni Ottanta arrivò a produrre 400 tonnellate di carta al giorno, impiegando circa 500 dipendenti.
Nel 1990, in seguito alle vicissitudini del gruppo RCS, la Cartiera di Lama di Reno fu ceduta alla Burgo, che successivamente ridimensionò lo stabilimento fino alla sua chiusura definitiva nel 2006. Parte dell'area oggi ospita la Dismeco, azienda leader nel riciclo di rifiuti elettrici ed elettronici. Quella che fu la villa del Direttore, progettata sempre da Tufaroli, è sede di un polo di formazione di alta sartoria per rifugiati, nell'ambito di un progetto delle Nazioni Unite. La centrale idroelettrica, edificata sempre sotto la gestione Rizzoli per dare energia al quartiere operaio, è stata rinnovata e riattivata di recente.