Lastra calcografia della Stamperia dalla Volpe -

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Lastra calcografia della Stamperia dalla Volpe -

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Inventario
F36679
Autore

Notizie storico artistiche

Datazione
Misure (in cm)
3,2x9
Notizie storico critiche
Nel 1938 Alfredo Baruffi acquistò per il costituendo Museo della Cassa di Risparmio in Bologna n. 7 rami già appartenuti alla Stamperia Dalla Volpe di Bologna. Tali rami, venduti dall’antiquario Giuseppe Ranuzzi, erano stati utilizzati nel Settecento per ornare i volumi che la nota tipografia dava, appunto, alle stampe.
Nel 1720 Lelio Antonio Gaetano Dalla Volpe (Bologna, 1685-1749), insieme a tre soci, fondò un’azienda dedicata all’intero circuito librario: dalla produzione della carta alla stampa dei volumi e alla loro distribuzione. L’impresa ebbe fin da subito un notevole successo: ricevette commesse di lavori sia da parte di ordini religiosi sia da parte di privati, fino a diventare nel 1731 la tipografia di riferimento del prestigioso Istituto delle Scienze bolognese, fondato da Luigi Ferdinando Marsili. Dalla Volpe non distribuiva solo i libri stampati da lui, ma nella sua bottega vendeva preziose edizioni straniere e i locali erano un vero e proprio punto d’incontro -quasi un cenacolo- per i maggiori eruditi, letterati e scienziati bolognesi del tempo.
Alla sua morte l’attività venne portata avanti dal figlio Petronio (Bologna, 1721-1794), che già da anni lo affiancava nel lavoro. Petronio fu l’artefice dell’ulteriore sviluppo della stamperia paterna, dando vita ad un’attività imprenditoriale rilevante anche dal punto di vista qualitativo e quantitativo della produzione. Si era infatti assicurato la maggior parte della committenza cittadina pubblicando testi scientifici e artistici legati alle Accademie Clementina e Benedettina, che godevano della protezione pontificia. Nel 1773 per poter produrre carta in autonomia affittò perfino un mulino sulla collina bolognese e grazie a collaborazioni prestigiose si impose sul mercato locale anche come produttore e venditore di torchi e caratteri.
Petronio non aveva avuto figli; la sua unica erede era la sorella Maria Caterina che -alla sua morte-mise in vendita l’azienda. Da quel momento, diverse e alterne vicende, portarono l’attività ad una definitiva chiusura nella prima metà del Novecento.
Si ricorda che nel 1936 la CARISBO acquistò l’insegna dell’antica stamperia (cfr. immagine sottostante), che oggi è esposta al Museo della Storia di Bologna in Palazzo Pepoli Vecchio.
Lastra calcografica in rame incisa a bulino raffigurante lo stemma Amorini.