Lizzano in Belvedere (BO), il delubro di San Mamante

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Lizzano in Belvedere (BO), il delubro di San Mamante

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 1140

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Lizzano in Belvedere (BO)
Luogo e anno di edizione
Lizzano, s.d.
Data della ripresa
Anni Settanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
14,7x10,3
Indicazione di colore
colore
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Lizzano in Belvedere (BO), il delubro di San Mamante
Note
Il territorio del Comune di Lizzano in Belvedere si trova ad un'altitudine che varia dai 600 ai 1.200 m.s.l.m.. E' situato al confine con le province di Modena e Pistoia, all’estremo lembo dell’Appennino bolognese, la cui cima più alta è il monte Corno alle Scale (1945 mt), rinomato per la stazione invernale omonima. Il capoluogo si trova a poco più di sessanta chilometri da Bologna e a ottanta da Firenze. E' stazione turistica sia estiva che invernale. La cartolina documenta la chiesa parrocchiale di San Mamante. La Pieve è di antichissima istituzione: la prima traccia di documenti scritti risale infatti ai tempi dei Longobardi, il che fa presumere che abbia origini molto più remote.
Dal Quattrocento alla seconda metà del Seicento la chiesa fu sottoposta a numerosi restauri e ricostruzioni vere e proprie. Nel 1911 furono iniziati i lavori che diedero vita alla chiesa attuale, completata solo nel 1935. L'attuale edificio è a tre navate, che convergono verso il grande altare ubicato proprio di fronte al portone principale. La dedicazione a San Mamante di Cesarea fu attribuita forse in periodo bizantino, dal momento che il paese si trovava sotto l'influenza dell'Esarcato di Ravenna. Il delubro (dal latino "delubrum"; santuario, tempio) sorge su preesistenze romane. Il termine usato per indicare l'edificio e la sua particolare forma rotonda, lasciano comunque supporre un uso religioso, tra cui quello che lascia intendere che venisse utilizzato come battistero. Probabilmente fu costruito tra il VIII e il XI secolo durante il dominio bizantino - longobardo; utilizzato dai monaci dell’Abbazia di Nonantola per diffondere il cristianesimo e quindi battezzare gli abitanti della Massa, che erano ancora in larga misura legati al culto pagano. Il delubro ha una pianta ellittica, la copertura interna è a volta semisferica, le pietre che costituiscono le mura sono molto grosse e pesanti. Durante i lavori di restauro effettuati nel secondo dopoguerra venne ritrovato anche l'antico pavimento romano a blocchetti esagonali di laterizio poi distrutti.