Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena

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Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 1957, 1958
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Monte delle Formiche (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX° (?)
Timbro di spedizione (Luogo e data)
(?), settembre 1957
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
14,7x10,3
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Solo uno dei due esemplari è viaggiato verso Bologna (n. inv. BRI / BO PROVINCIA 1958). Il timbro di spedizione risulta parzialmente illeggibile; la data di compilazione risale al settembre 1957. Sul verso di entrambe le cartoline è stato apposto il timbro del santuario.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena
Note
Il curioso nome di questo monte (alto 638 m.) è legato a un fenomeno che annualmente vi si verifica. Intorno all'8 settembre, il giorno della festa della Madonna cui è dedicato un santuario presso la cima della montagna, sciami di formiche alate (Myrmica scabrinodis) raggiungono la vetta e qui muoiono. Dell'evento si ha testimonianza fin da tempi antichissimi, poichè nel Quattrocento la chiesa era denominata Santa Maria Formicarum. Nei secoli il fenomeno ha assunto una valenza quasi miracolosa, una sorta di omaggio della natura alla Madonna. Nel Santuario, sotto l'immagine della Vergine, è riprodotto un distico latino che recita "centatim volitant formicae ad Virginis aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt" (ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno). L'8 settembre è tradizione che gli insetti vengano benedetti e donati ai fedeli (la credenza popolare vuole infatti che curino alcuni malanni). Il sacro edificio fu più volte riedificato nel Trecento, nell'Ottocento e nel 1957, dopo la devastazione della seconda guerra mondiale. L'attuale chiesa fu costruita nello stesso luogo della precedente su disegno dell'arch. Gaetano Marchetti.