Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena
Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Monte delle Formiche (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Stampatore
Data della ripresa
Anni Settanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
colore
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Monte delle Formiche (BO), Santuario di Santa Maria di Zena
Bibliografia
http://www.viaggispirituali.it/2012/05/santuario-madonna-delle-formiche-pianoro-bologna/
Note
Il curioso nome di questo monte (alto 638 m.) è legato a un fenomeno che annualmente vi si verifica. Intorno all'8 settembre, il giorno della festa della Madonna cui è dedicato un santuario presso la cima della montagna, sciami di formiche alate (Myrmica scabrinodis) raggiungono la vetta e qui muoiono. Dell'evento si ha testimonianza fin da tempi antichissimi, poichè nel Quattrocento la chiesa era denominata Santa Maria Formicarum. Nei secoli il fenomeno ha assunto una valenza quasi miracolosa, una sorta di omaggio della natura alla Madonna. Nel Santuario, sotto l'immagine della Vergine, è riprodotto un distico latino che recita "centatim volitant formicae ad Virginis aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt" (ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno). L'8 settembre è tradizione che gli insetti vengano benedetti e donati ai fedeli (la credenza popolare vuole infatti che curino alcuni malanni). Il sacro edificio fu più volte riedificato nel Trecento, nell'Ottocento e nel 1957, dopo la devastazione della seconda guerra mondiale. L'attuale chiesa fu costruita nello stesso luogo della precedente su disegno dell'arch. Gaetano Marchetti. L’immagine della Madonna venne dipinta nel XVI° secolo e fu posta su di un altare laterale nell’edificio. Alla fine dell’Ottocento fu spostata sull’altare maggiore. Nel 1972 l’immagine venne rubata e sostituita con l’attuale, opera di Antonella Roversi Monaco.