Monza: l'Arengario

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Monza: l'Arengario

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Inventario
MICH. 0088
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Monza
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Monza: l'Arengario
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. A Monza fu attratto dai luoghi ove si svolgevano le corse automobilistiche, ma anche dal centro antico. In questa ripresa fissò l'Arengario, l'antico Palazzo Comunale di Monza che risale al XIII secolo. Dopo alterne e complicate vicende storiche, nel Settecento il grande salone interno divenne sede del tribunale e fu collegato al Palazzo Pretorio, ora scomparso, tramite una passerella sul lato ovest. Nell'Ottocento si pensò di demolire l'edificio, idea abbandonata grazie al progetto dell'Ing. Villa che lo riadattò a sede della Pretura. Nel XX secolo vi furono importanti lavori di consolidamento e di restauro. Verso la fine degli anni Settanta si volle dare alla grande sala la duplice funzione museale ed espositiva che tuttora riveste.