Passo Scheggia (PG): il ponte a botte sulla via Flaminia

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Passo Scheggia (PG): il ponte a botte sulla via Flaminia

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Inventario
MICH. 2109
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Passo Scheggia (PG)
Data della ripresa
1899
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Passo Scheggia (PG): il ponte a botte sulla via Flaminia
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. Nel 1899 visitò l' Umbria e le Marche. La ripresa fu eseguita durante il percorso tra Fossombrone e Fossato di Vico, come ci informano i suoi appunti autografi. Il passo della Scheggia è situato a 632 metri sul livello del mare lungo la via Flaminia, nel comune di Scheggia e Pascelupo in provincia di Perugia.
Il ponte a botte qui fotografato fu costruito nel corso del XIX secolo interamente in pietra. Alcuni studiosi locali sostengono che in quel luogo, un tempo si ergeva il tempio umbro e poi romano, dedicato a Giove Appennino, come è anche suggerito da alcuni bagni di epoca romana ritrovati nei pressi.