Po, 1912. Molini

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Po, 1912. Molini

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Inventario
MICH. 1524
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
fiume Po
Data della ripresa
1912
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Po, 1912. Molini
Bibliografia
1) Renzo Renzi, "Bologna 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Casalecchio di Reno (Bo), Grafis/Zanichelli, 1980; 2) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 3) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 4) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 5) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Giuseppe Michelini aveva iniziato ad interessarsi di fotografia intorno al 1890. Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. In questa ripresa vediamo un caratteristico mulino sul fiume Po. I cosiddetti mulini natanti erano un elemento caratteristico della pianura padana e del nord Italia. Sul Po se ne ricorda infatti la presenza fin dal medioevo. Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento erano uno dei punti di riferimento della vita sociale ed economica di quel territorio. La loro presenza iniziò a diminuire già nei primi anni del secolo scorso, quando, a causa della comparsa sui fiumi di battelli a vapore e rimorchiatori, non vennero riconfermate l’utenza e la concessione delle acque e venne fatto obbligo di smantellamento. I mulini natanti ebbero origini da un riadattamento della struttura tradizionale del mulino: le ruote erano più ampie per riuscire a raccogliere meglio la forza delle correnti e l’albero a motore era costituito da moltiplicati elementi. La loro struttura era in legno, era posizionata su due o tre scafi galleggianti e ospitava un numero variabile di ruote. In alcuni casi vi si trovavano anche gli alloggi per il mugnaio e la sua famiglia. La struttura principale sosteneva le ruote e la capanna di legno, locale dove venivano collocate le materie prime per la macinazione e gli strumenti necessari. Su tali mulini si macinavano soprattutto mais e frumento. Questo tipo di struttura e la vita di chi vi lavorava e vi abitava tra mille rischi e terribili periodiche alluvioni ispirò Riccardo Bacchelli per la sua opera più famosa, intitolata, appunto, "Il mulino del Po". Interessante, a questo proposito, notare la scritta sulla parte terminale delle strutture "IHS" (Jesus Hominum Salvator, Gesù redentore degli uomini) e quella su una fiancata: "Dio ti salvi". Quest'ultima era un'invocazione beneaugurale molto diffusa lungo tutto il Po, che i proprietari dipingevano sui mulini soggetti ai pericoli delle piene e degli incendi.