Porto Corsini, 1912. Con l'automobile in pineta

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Porto Corsini, 1912. Con l'automobile in pineta

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Inventario
MICH. 1403
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Porto Corsini (Ra)
Data della ripresa
1912
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Porto Corsini, 1912. Con l'automobile in pineta
Bibliografia
1) Renzo Renzi, "Bologna 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Casalecchio di Reno (Bo), Grafis/Zanichelli, 1980; 2) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 3) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 4) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 5) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Giuseppe Michelini aveva iniziato ad interessarsi di fotografia intorno al 1890. Potendo contare su una ricca rendita e su tempo libero in abbondanza affinò sempre più la sua produzione. Nei primi anni del Novecento, egli -provetto ciclista- aveva compiuto diverse escursioni e, a maggior ragione, dopo aver acquistato la prima automobile, non di rado con macchina fotografica e treppiede partì per spedizioni turistico-sportive che documentava con le sue riprese. Gli piaceva, inoltre, poter sperimentare ampiamente tecniche nuove, documentare l'esterno e l'interno delle sue case; ritrarre i suoi figli, i componenti della famiglia e gli amici, quasi a comporre un album narrativo, un vero e proprio diario che si arricchiva di anno in anno. In questo caso, siamo nel 1912 e l'autore si trovava a Porto Corsini, località che dall'inizio del secolo XVIII alla prima guerra mondiale fu lo scalo portuale di Ravenna. Anzi, nel 1860, un anno dopo l'accorpamento della Legazione delle Romagne al nuovo stato italiano, lo scalo ottenne il riconoscimento di “porto nazionale". All'inizio del Novecento crebbe d'importanza, attirando marinerie da altre località romagnole (su tutte, Bellaria), che vi trasferirono le loro imbarcazioni. La vicina pineta ravennate non era ovviamente ancora stata invasa dagli impianti petrolchimici e nei suoi spazi, che arrivavano fino al mare, si potevano vedere pascolare i cavalli. La sua origine si può far risalire all'epoca imperiale romana; la sua superficie raggiunse la massima estensione tra il XV e il XVIII secolo: una lunghezza di oltre trenta chilometri. Nel 1774 il conte Francesco Ginanni (1716-1766) scriveva che l'area si sviluppava su circa 8.000 ettari. La soppressione degli ordini religiosi decretata dai francesi arrivati a Ravenna alla fine del Settecento e la conseguente confisca dei loro beni fu la causa dell'inizio del degrado dell'ambiente naturale della pineta: non più curata dai monaci delle abbazie, venne affidata ai privati, che ne iniziarono la spoliazione. Ancora più consistenti furono i disboscamenti durante la Prima guerra mondiale: la richiesta di legname per usi militari comportò vasti abbattimenti. Allo sviluppo delle località balneari della costa romagnola concorse l'apertura della ferrovia Ravenna-Rimini poi allargata ad altre destinazioni. Michelini possedeva l'automobile dal 1906: Il nuovo e rivoluzionario mezzo di locomozione consentiva al proprietario una notevole indipendenza negli spostamenti e una non limitata esplorazione del territorio.