Porto Corsini (Ra), capanno detto "Il Pontaccio", ora Garibaldi

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Porto Corsini (Ra), capanno detto "Il Pontaccio", ora Garibaldi

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Inventario
MING. 673
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Porto Corsini (Ra)
Data della ripresa
fine sec. XIX°
Oggetto
Positivo
Materia e tecnica
stampa su carta (da riproduzione di positivo antico)
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Misure negativo (in cm; hxb)
negativo 7x6
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Porto Corsini (Ra), capanno detto "Il Pontaccio", ora Garibaldi
Bibliografia
(1) "Leggero come il ferro. L'arte di Sante Mingazzi nell'archivio fotografico delle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna", a cura di Benedetta Basevi, Mirko Nottoli, Bologna, Bononia University Press, 2015
Note
A differenza di altri fondi che l'Archivio Fotografico della Fondazione Carisbo annovera, questo non è intitolato all'esecutore delle immagini, ma all'autore dei soggetti riprodotti. Sante Mingazzi (Ravenna, 1867- Bologna, 1922) fu uno degli ultimi artigiani titolare di una fiorente bottega di fabbro nel centro città (via Santo Stefano, 28). Le fotografie che egli stesso fece eseguire documentano le varie fasi della sua attività e, nello stesso tempo, l'evolversi di una civiltà che aveva accelerato il ritmo del suo progresso. Le riprese interessano i diversi manufatti del battitore di metallo, ma anche l'evoluzione dell'arredo urbano e la trasformazione dell'illuminazione. Il fondo fotografico fu donato nel 1985 da una delle figlie di Mingazzi, Angela. Consta di oltre seicento lastre in vetro di diverso formato. L'intero nucleo è stato doppiato con negativo in controtipo e positivi raccolti in album o contenitore. Questa fotografia, insieme a poche altre, costituisce evidentemente un'eccezione. Apparteneva con molta probabilità alla collezione privata di Mingazzi. E' una ripresa del famoso capanno detto "Il Pontaccio", ora ribattezzato Garibaldi. Qui l'eroe dei due mondi sostò il 6 agosto 1849 durante la fuga che compì per sottrarsi alla cattura da parte degli Austriaci. Il luogo è tuttora in ottimo stato grazie alla presenza di una società conservatrice che si occupa della sua manutenzione. L'unica lapide che si vede in questa immagine è ora affiancata da altre.