Processo Murri-Bonmartini - Rosina Bonetti

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Processo Murri-Bonmartini - Rosina Bonetti

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Inventario
BRI 01684
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Roma, 1905 (?)
Stampatore
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina fa parte di una serie pubblicata in occasione del processo Murri-Bonmartini. Sul bordo inferiore si legge il n. 4.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Processo Murri-Bonmartini - Rosina Bonetti
Note
Da un articolo di Daniela Schiavina pubblicato su https://genusbononiaeblog.it: "Il 2 settembre 1902, Bologna divenne la protagonista di uno dei casi giudiziari più famosi del Novecento. In un’elegante palazzina di via Mazzini 39 fu scoperto il cadavere di Francesco Bonmartini, genero del prof. Augusto Murri, illustre clinico, medico di Casa Reale.
A fine agosto Bonmartini aveva lasciato Venezia, dove era in vacanza con la moglie Linda (figlia del professore) per tornare a Bologna. Dopo qualche giorno, i vicini chiamarono il prof. Murri per avvertirlo del cattivo odore che si sprigionava dall’appartamento. Così, si rinvenne il corpo. La polizia iniziò le indagini. Il conte era stato ucciso con un’arma da taglio: il movente era da far risalire ad una rapina, visto lo stato in cui si trovava la casa.
Qualche giorno dopo, tuttavia, lo stesso prof. Murri accusò il figlio Tullio dell’omicidio. In città successe un pandemonio: Tullio Murri era conosciuto come direttore del periodico socialista “La Squilla” ed era consigliere provinciale del PSI.
I giornali cattolici presero la palla al balzo ed iniziarono una campagna contro il razionalismo laico e il socialismo. Il processo cominciò e, dopo qualche tempo, fu trasferito da Bologna a Torino. Tullio fu riconosciuto colpevole, seppure con la complicità della sorella Linda e di altri personaggi “minori”. Il re concesse la grazia a Linda, che riottenne la libertà dopo un breve periodo. Tullio uscì dal carcere nel 1919". Rosina Bonetti era la governante di casa Murri-Bonmartini nonché l'amante di Tullio Murri. Per la vicenda di cui sopra venne arrestata quale complice dell'omicidio e condannata per favoreggiamento con pena ridotta a sette anni e mezzo per accertata seminfermità mentale. Quando venne liberata dal carcere fu però rinchiusa in un manicomio.