Processo Palizzolo, Bologna - Nicolò De Nicolò (avvocato della difesa)

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Processo Palizzolo, Bologna - Nicolò De Nicolò (avvocato della difesa)

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Inventario
BRI 01555
Autore

Notizie storico artistiche

Datazione
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Processo Palizzolo, Bologna - Nicolò De Nicolò (avvocato della difesa)
Bibliografia
1)https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/
2) http://www.storiamediterranea.it/portfolio/processo-contro-raffaele-palizzolo
Note
Raffaele Palizzolo (Termini Imerese, 1843 – 1918) è stato un politico italiano. Fu incriminato come mandante dell'uccisione del marchese Emanuele Notarbartolo, già direttore generale del Banco di Sicilia e sindaco di Palermo, avvenuta il 1º febbraio 1893. Notarbartolo fu ucciso con ventisette colpi di pugnale durante il tragitto in treno tra Termini Imerese e Trabia. Gli esecutori furono Matteo Filippello e Giuseppe Fontana, legati alla mafia siciliana. Nel 1899 la Camera dei Deputati autorizzò il processo contro Raffaele Palizzolo come mandante dell'assassinio. Nel 1902 venne giudicato a Bologna, dichiarato colpevole e condannato a 30 anni di reclusione. Il caso colpì profondamente l'opinione pubblica: per la prima volta si parlava apertamente di delitto di mafia.
Don Palizzolo risultava infatti in ottimi rapporti con le cosche palermitane e trapanesi.
Il verdetto apparve a Palermo e in Sicilia come una condanna dell’intera isola, voluta dal Nord a danno del Sud, e innescò una violentissima reazione. In difesa di Palizzolo, ritenuto vittima di un iniquo errore giudiziario e di pregiudizi inveterati contro i siciliani, si costituì, a iniziativa di Giuseppe Pitrè, un «Comitato pro Sicilia», la cui attività si concluse con successo: la Cassazione annullò la sentenza di Bologna e il nuovo processo che si tenne a Firenze lo assolse per insufficienza di prove (luglio 1904).
Vito Nicola De Nicolò (Bari,
1850 – Bari,1902) fu uno dei difensori dell'imputato. All'età di sedici anni scappò di casa per seguire Garibaldi senza riuscire, tuttavia, a partecipare alla battaglia di Mentana. In seguito si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Napoli dove fu allievo di Francesco De Sanctis che ne apprezzò ed incoraggiò le doti poetiche. Insegnò storia nell'Ateneo di Bari. La carriera politica lo vide dapprima consigliere comunale ed in seguito deputato del Regno d'Italia per quattro legislature, fervente monarchico e leader della Destra nella città di Bari.