Quinta Esposizione Internazionale d'Arte - Venezia 1903 - Sala Emiliana

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Quinta Esposizione Internazionale d'Arte - Venezia 1903 - Sala Emiliana

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Inventario
BRI 01784
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Venezia
Data della ripresa
1903
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Genova, marzo 1904
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata da Genova a Meldola. Dei due timbri postali, solo quello di arrivo è leggibile e si data al 31.3.1904.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Quinta Esposizione Internazionale d'Arte - Venezia 1903 - Sala Emiliana
Note
Lo svolgimento della prima Esposizione Biennale Artistica Nazionale fu deliberato dal Comune di Venezia il 19 aprile 1893, per celebrare le nozze d'argento del re Umberto e della regina Margherita di Savoia. La manifestazione fu inaugurata due anni dopo, il 30 aprile 1895. Venne redatto un apposito Statuto che prevedeva l’invito ai maggiori artisti italiani e stranieri lasciando spazio anche alle opere di pittori e scultori italiani non invitati; ogni artista poteva partecipare con massimo due opere mai esposte nel territorio nazionale. La quinta edizione (22 aprile-31 ottobre 1903) previde come novità assoluta l'esposizione delle arti decorative. Questo comportò un’innovazione importante: l'allestimento delle sale espositive comprendenti anche gli arredi. Inoltre, furono istituite delle sale regionali, ordinate da commissioni di artisti delle regioni stesse, che potevano scegliere le opere e preparare l'arredo e le decorazioni.
La commissione emiliana era composta da Alfonso Rubbiani, Alfredo Tartarini, Augusto Sezanne, Achille Casanova e Giuseppe Romagnoli, ovvero, i protagonisti della stagione floreale bolognese.
Il punto culminante dell'allestimento deciso dalla commissione era il fregio allegorico che decorava la sala dell'esposizione: un inno alla natura e all'arte. L' opera era di Casanova e probabilmente di Rubbiani (per la scelta della simbologia), mentre Tartarini e Sezanne fornirono i disegni per le altre parti (incorniciature e piedistalli decorati con motivi floreali, ornamentazione delle lampade e della specchiera, ecc.).
I quadri selezionati evidenziavano i limiti del gruppo bolognese, ancora in bilico tra il retaggio dell'Ottocento accademico e l'arte nuova, tanto è vero che "salvando" alcune opere di Sezanne e Romagnoli, la sala emiliana risultava “quasi una dedica alla memoria di Luigi Serra”, per il numero di quadri esposti. (cfr. anche https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna).