Ravenna, Mausoleo di Teodorico

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Ravenna, Mausoleo di Teodorico

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Inventario
MING. 671
Autore
Categoria:

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Ravenna
Data della ripresa
fine sec. XIX°
Oggetto
Positivo
Materia e tecnica
stampa su carta (da riproduzione di positivo antico)
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
negativo su pellicola 6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Ravenna, Mausoleo di Teodorico
Bibliografia
(1) "Leggero come il ferro. L'arte di Sante Mingazzi nell'archivio fotografico delle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna", a cura di Benedetta Basevi, Mirko Nottoli, Bologna, Bononia University Press, 2015
Note
A differenza di altri fondi che l'Archivio Fotografico della Fondazione Carisbo annovera, questo non è intitolato all'esecutore delle immagini, ma all'autore dei soggetti riprodotti. Sante Mingazzi (Ravenna, 1867- Bologna, 1922) fu uno degli ultimi artigiani titolare di una fiorente bottega di fabbro nel centro città (via Santo Stefano, 28). Le fotografie che egli stesso fece eseguire documentano le varie fasi della sua attività e, nello stesso tempo, l'evolversi di una civiltà che aveva accelerato il ritmo del suo progresso. Le riprese interessano i diversi manufatti del battitore di metallo, ma anche l'evoluzione dell'arredo urbano e la trasformazione dell'illuminazione. Il fondo fotografico fu donato nel 1985 da una delle figlie di Mingazzi, Angela. Consta di oltre seicento lastre in vetro di diverso formato. L'intero nucleo è stato doppiato con negativo in controtipo e positivi raccolti in album o contenitore. Questa fotografia, insieme a poche altre, costituisce evidentemente un'eccezione. Apparteneva con molta probabilità alla collezione privata di Mingazzi. E' una ripresa del Mausoleo di Teodorico a Ravenna. Costituisce il più celebre edificio funerario degli Ostrogoti. Fu costruito verso il 520 da Teodorico il Grande come sua futura tomba, in pietra d'Istria. In epoca bizantina fu utilizzato come chiesa dedicata alla Madonna con il nome di "Santa Maria ad Farum", per la vicinanza di un porto dotato di faro. Dal 1996 è inserito nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.