Ricordo degli Addobbi della Parrocchia di San Gregorio, Bologna
Ricordo degli Addobbi della Parrocchia di San Gregorio, Bologna
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1908
Stampatore
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
litografia policroma, cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
policromia
Iscrizioni
Sul recto, a destra: "21 giugno 1908 / RIcordo degli Addobbi della Parrocchia di S. Gregorio". Nell'angolo inferiore di sinistra si legge il nome dello stampatore. Entrambe le cartoline sono viaggiate da Bologna a Roma. Sono state spedite nel 1908.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Ricordo degli Addobbi della Parrocchia di San Gregorio, Bologna
Bibliografia
Antonio Brighetti - Franco Monteverde, "Bologna nelle sue cartoline", Vol. I, Cuneo, L'Arciere, 1986, pag. 54
Note
Fu il cardinale Gabriele Paleotti intorno al 1470 che istituì la festa degli Addobbi, così chiamata per i drappi appesi alle finestre nell’occasione. In realtà, questa ricorrenza si ispira all’antica festa legata alla processione del Corpus Domini, voluta da papa Urbano IV nel 1264 e resa solenne a Bologna dal cardinale Ottaviano Ubaldini. Ogni parrocchia la effettua ogni dieci anni.
L’epoca in cui si ricorda con maggiore enfasi la festa è sicuramente il Settecento. In questo secolo, infatti, l’occasione per celebrare l’avvenimento divenne anche una gara cittadina di restauri e abbellimenti e, come ricorda Athos Vianelli nel suo libro Bologna tradizionale, “uno sfoggio di arte prospettica, una esposizione di quadri sotto i portici e nei loggiati delle abitazioni, una occasione per gare poetiche, una lieta festa di colori e di suoni”. Tanto che persino il più famoso stampatore cittadino, Lelio dalla Volpe, ne volle conservare testimonianza pubblicandone la puntuale descrizione, non priva di retorica, ma sicuramente ispirata anche e soprattutto alla fede profonda e al culto per l’arte dei Bolognesi. Fu la soppressa parrocchia di San Matteo delle Pescherie nel 1776 e nel 1796 ad offrire un apparato scenografico impressionante, tanto che –per quest’ultima occasione- le truppe francesi che precedevano l’arrivo di Napoleone, entrate in città al comando del generale Augerau, pensarono ad un’accoglienza trionfale loro riservata. Ahimè, così non era e, in ogni modo, il Bonaparte abolì poi la festa e si dovette attendere il 1818 per rivederne la celebrazione.
Da allora, la tradizione riprese, anche se in maniera molto più misurata e sobria. Sono rimaste inalterate l’esposizione dei drappi (o zendali) tesi da casa a casa nelle strade della parrocchia interessata, le processioni (durante le quali vengono esposti i tappeti e i fiori alle finestre) e le tradizioni gastronomiche (la famosa e gustosissima torta di riso). Insomma, un omaggio all’Eucarestia attraverso una sana e genuina festosità popolare.
Questa cartolina ricorda la celebrazione presso la Chiesa dei Santi Gregorio e Siro di via Monte Grappa.
L’epoca in cui si ricorda con maggiore enfasi la festa è sicuramente il Settecento. In questo secolo, infatti, l’occasione per celebrare l’avvenimento divenne anche una gara cittadina di restauri e abbellimenti e, come ricorda Athos Vianelli nel suo libro Bologna tradizionale, “uno sfoggio di arte prospettica, una esposizione di quadri sotto i portici e nei loggiati delle abitazioni, una occasione per gare poetiche, una lieta festa di colori e di suoni”. Tanto che persino il più famoso stampatore cittadino, Lelio dalla Volpe, ne volle conservare testimonianza pubblicandone la puntuale descrizione, non priva di retorica, ma sicuramente ispirata anche e soprattutto alla fede profonda e al culto per l’arte dei Bolognesi. Fu la soppressa parrocchia di San Matteo delle Pescherie nel 1776 e nel 1796 ad offrire un apparato scenografico impressionante, tanto che –per quest’ultima occasione- le truppe francesi che precedevano l’arrivo di Napoleone, entrate in città al comando del generale Augerau, pensarono ad un’accoglienza trionfale loro riservata. Ahimè, così non era e, in ogni modo, il Bonaparte abolì poi la festa e si dovette attendere il 1818 per rivederne la celebrazione.
Da allora, la tradizione riprese, anche se in maniera molto più misurata e sobria. Sono rimaste inalterate l’esposizione dei drappi (o zendali) tesi da casa a casa nelle strade della parrocchia interessata, le processioni (durante le quali vengono esposti i tappeti e i fiori alle finestre) e le tradizioni gastronomiche (la famosa e gustosissima torta di riso). Insomma, un omaggio all’Eucarestia attraverso una sana e genuina festosità popolare.
Questa cartolina ricorda la celebrazione presso la Chiesa dei Santi Gregorio e Siro di via Monte Grappa.