Sasso Marconi (BO), la Rupe
Sasso Marconi (BO), la Rupe
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Luogo della ripresa
Sasso Marconi (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Stampatore
Data della ripresa
Anni Sessanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
colore
Iscrizioni
Sul verso, al posto del francobollo, è stato scritto in stampatello: "Mercato 16.8.1977".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Sasso Marconi (BO), la rupe
Bibliografia
https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna
Note
Il territorio di Sasso Marconi occupa la prima zona collinare dell'Appennino bolognese compresa tra la bassa valle del fiume Reno, la porzione inferiore della valle del Setta a sud-est e parte del bacino idrografico del fiume Lavino a ovest. Fino alla prima metà del XX secolo il comune era denominato Praduro e Sasso, per assumere la denominazione di Sasso Bolognese con Regio Decreto del 20 giugno 1935, n. 1386. Nel 1938 assunse l'attuale denominazione di Sasso Marconi, in onore del premio Nobel Guglielmo Marconi. La Rupe è purtroppo ricordata soprattutto perché nella notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno 1892, una enorme massa rocciosa si staccò dalla parete lungo la strada Porrettana. Cinque delle case-grotte, che erano state ricavate nel ventre del monte ed erano abitate da una quarantina di persone di umile condizione, furono schiacciate sotto 2500 metri cubi di roccia.
Si contarono quattordici morti e dieci feriti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le grotte della rupe vennero nuovamente occupate: servirono infatti come rifugio per gli abitanti delle frazioni della Fontana e di Cà de Gasparri in fuga dalle bombe. I tedeschi in ritirata fecero saltare con le mine i muraglioni di sostegno del Sasso, travolgendo anche la lapide a ricordo della tragedia del 1892.
Si contarono quattordici morti e dieci feriti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le grotte della rupe vennero nuovamente occupate: servirono infatti come rifugio per gli abitanti delle frazioni della Fontana e di Cà de Gasparri in fuga dalle bombe. I tedeschi in ritirata fecero saltare con le mine i muraglioni di sostegno del Sasso, travolgendo anche la lapide a ricordo della tragedia del 1892.