Sasso Marconi (BO), la Rupe e il ponte nuovo

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa

Sasso Marconi (BO)

Luogo e anno di edizione

s.l., s.d.

Stampatore

Ed. Fabbriani

Data della ripresa

Anni Sessanta sec. XX° (?)

Oggetto

Positivo

Forma Specifica dell'Oggetto

cartolina postale

Orientamento

orizzontale

Misure immagine (in cm; hxb)

10,3x14,7

Indicazione di colore

colore

Iscrizioni

L'esemplare è affrancato e vi compaiono due timbri datati 5.10.1968 che ricordano il gemellaggio del paese con Helston.

Fondo/Raggruppamento

Antonio Brighetti

Soggetto o iconografia

Sasso Marconi (BO), la Rupe e il ponte nuovo

Bibliografia

https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna

Note

Il territorio di Sasso Marconi occupa la prima zona collinare dell'Appennino bolognese compresa tra la bassa valle del fiume Reno, la porzione inferiore della valle del Setta a sud-est e parte del bacino idrografico del fiume Lavino a ovest. Fino alla prima metà del XX secolo il comune era denominato Praduro e Sasso, per assumere la denominazione di Sasso Bolognese con Regio Decreto del 20 giugno 1935, n. 1386. Nel 1938 assunse l'attuale denominazione di Sasso Marconi, in onore del premio Nobel Guglielmo Marconi. La Rupe è purtroppo ricordata soprattutto perché nella notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno 1892, una enorme massa rocciosa si staccò dalla parete lungo la strada Porrettana. Cinque delle case-grotte, che erano state ricavate nel ventre del monte ed erano abitate da una quarantina di persone di umile condizione, furono schiacciate sotto 2500 metri cubi di roccia.
Si contarono quattordici morti e dieci feriti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le grotte della rupe vennero nuovamente occupate: servirono infatti come rifugio per gli abitanti delle frazioni della Fontana e di Cà de Gasparri in fuga dalle bombe. I tedeschi in ritirata fecero saltare con le mine i muraglioni di sostegno del Sasso, travolgendo anche la lapide a ricordo della tragedia del 1892. Nel 1957 il presidente della Provincia di Bologna, Roberto Vighi, inaugurò il grande ponte sul fiume Reno. L'arcata centrale in cemento armato, lunga 144 metri e alta 30, era in quel momento la più grande d'Italia.