Sasso Marconi (BO), Santuario della Beata Vergine del Sasso

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Sasso Marconi (BO), Santuario della Beata Vergine del Sasso

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Inventario
BRI / BO PROVINCIA 2302
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Sasso Marconi (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, Terni, s.d.
Data della ripresa
Anni Sessanta sec. XX° (?)
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
14,7x10,3
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Sasso Marconi (BO), Santuario della Beata Vergine del Sasso
Bibliografia
http://www.vaticano.com/turismo/scheda_577_santuario-madonna-del-sasso-sasso-marconi.html
Note
Il territorio di Sasso Marconi occupa la prima zona collinare dell'Appennino bolognese compresa tra la bassa valle del fiume Reno, la porzione inferiore della valle del Setta a sud-est e parte del bacino idrografico del fiume Lavino a ovest. Fino alla prima metà del XX secolo il comune era denominato Praduro e Sasso, per assumere la denominazione di Sasso Bolognese con Regio Decreto del 20 giugno 1935, n. 1386. Nel 1938 assunse l'attuale denominazione di Sasso Marconi, in onore del premio Nobel Guglielmo Marconi. La prima testimonianza documentale della presenza del culto della Vergine del Sasso risale al 1283. Il Santuario originario fu ricavato nell’incavature della Rupe di Glosina e dedicato all’Annunciazione: possedeva un solo altare.
Nicolò Sanuti, Conte della Porretta, nel 1477 fece ampliare e decorare la grotta, dove veniva venerata con devozione l’immagine della Madonna, opera scolpita in terracotta e raffigurante la Santissima Vergine con le mani giunte adorante Gesù Bambino che giace sulle ginocchia materne. Attorno all’immagine era presente una tela raffigurante i 15 misteri mariani.
Nel gennaio 1787, un grosso strato di roccia franò dalla grotta rendendola inagibile, ma il 13 maggio dello stesso anno l’immagine venne traslata dal luogo originario all’oratorio della Villa Ranuzzi e vi rimase per ben 44 anni.
Il Conte Ranuzzi, molto generosamente, donò un terreno, dove si procedette alla costruzione di un nuovo Santuario, che venne consacrato nel 1831.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Santuario fu completamente distrutto, ad eccezione dei due campanili. Purtroppo anche la Sacra Immagine della Vergine conobbe la medesima fine.
La Chiesa come oggi la conosciamo, risale al 1950. Uno dei problemi principali della struttura fu il fatto che al posto della pala dell’altare era posto un’enorme finestra di 7 metri. La soluzione fu quella di ordinare la realizzazione di una vetrata artistica su disegno del pittore Lorenzo Ceregato, esperto in arte sacra.
A tempi più recenti, risale invece la donazione del dipinto raffigurante la Beata Vergine del Sasso, opera della pittrice monzunese Jvonne Paganelli Lelli. La cornice del quadro ha conosciuto nel 2005 un pesante restauro a causa dell’opera di un vandalo, che ha asportato la doratura della vernice, pensando fosse laminatura d’oro.