Terni, le Acciaierie: cortile

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Terni, le Acciaierie: cortile

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Inventario
MICH. 0566
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Terni
Data della ripresa
1899
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Terni, le Acciaierie: cortile
Bibliografia
1) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 2) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 3) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 4) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Socio del Club Alpino Italiano, del Circolo Fotografico Bolognese e del Touring Club Italiano, Giuseppe Michelini compì diversi viaggi fuori Bologna. In tali occasioni raccolse vere e proprie serie fotografiche, come altrettante e puntuali documentazioni di cose viste. A fine Ottocento, viaggiando tra Umbria e Marche si fermò anche a Terni, dove visitò il nuovo complesso industriale delle Acciaierie. La necessità di disporre di un'industria siderurgica nazionale si avvertì appena dopo l'Unità d'Italia e divenne ancora più pressante durante il primo gabinetto Cairoli, quando l'ammiraglio Benedetto Brin presentò un progetto di legge per la costruzione di un centro siderurgico che potesse fornire l'acciaio necessario alle corazze delle navi da guerra. La scelta di Terni fu dettata da tre vantaggi che la città umbra offriva rispetto ad altri siti: l'esistenza di impianti non disprezzabili, come la ‘Fabbrica d'Armi', una fabbrica per manufatti di ferro e una fonderia di ghisa, che produceva un quarto dei tubi di ghisa per acquedotti costruiti in Italia; la notevole disponibilità di risorse idriche, stimate nell'ordine di almeno 150.000 cavalli e la posizione strategica, lontana dalle coste e, pertanto, protetta da eventuali attacchi dal mare. Il 10 marzo 1884 fu dunque redatto l'atto fondativo della ‘Società degli Alti Forni e Fonderie di Terni' (SAFFAT), con le garanzie dello Stato e i capitali di alcuni grossi istituti di credito. La costruzione dello stabilimento iniziò poco dopo con il supporto delle maestranze dell'acciaieria francese Schneider e con lo smantellamento e il trasferimento della Real Fabbrica d'Armi e delle acciaierie altrove. Il completamento fu raggiunto dopo due anni e mostrò un complesso di assoluto rilievo internazionale. Michelini sempre molto attento alle novità, non volle mancare di documentare questo successo italiano.